Lo stop alle registrazioni dei figli di coppie omogenitoriali condannato dal Parlamento Ue, l'attacco della Lega al presidente dell'Anac che aveva criticato il nuovo Codice degli appalti, il Veneto che vuole un proprio inno, il disegno di legge di Fdi per abrogare il reato di tortura, le parole di Piantedosi a Cutro... l'elenco è lungo. E siamo solo all'inizio

Fatti accaduti ieri.

L’Eurocamera ha approvato l’emendamento al testo della Risoluzione sullo Stato di diritto che «condanna le istruzioni date dal governo italiano alla municipalità di Milano di sospendere la registrazione delle adozioni delle coppie omogenitoriali». L’emendamento è stato presentato dal gruppo di Renew europe e supportato da Sinistra, Verdi e Socialisti. Il Parlamento europeo ha approvato per alzata di mano, in plenaria a Bruxelles l’emendamento. Il Parlamento europeo, si legge ancora nell’emendamento, «ritiene che questa decisione porterà inevitabilmente alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli; ritiene che tale azione costituisca una violazione diretta dei diritti dei minori, quali elencati nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989; esprime preoccupazione per il fatto che tale decisione si iscrive in un più ampio attacco contro la comunità Lgbtqi+ in Italia; invita il governo italiano a revocare immediatamente la sua decisione».

La Lega vuole cacciare Giuseppe Busia dal vertice dell’Autorità Anticorruzione. La sua colpa? Aver aspramente criticato il nuovo Codice degli appalti varato dal governo di Giorgia Meloni e rivendicato da Matteo Salvini. «Gravi, inqualificabili e disinformate dichiarazioni del presidente Busia sul Codice Salvini: se parla così di migliaia di sindaci e pensa che siano tutti corrotti, non può stare più in quel ruolo», è l’attacco lanciato da Stefano Locatelli, responsabile Enti locali della Lega. «Busia ha dei compiti di controllo – prosegue il dirigente del Carroccio – invece certifica di essere prevenuto, non neutrale e quindi non credibile».

In Veneto vogliono un loro inno. La proposta di legge è della Regione governata dal leghista Luca Zaia: ha già ottenuto l’ok della commissione Cultura e a breve giungerà nell’aula del Consiglio regionale. L’indicazione è di scegliere tra «motivi esistenti» o di «nuova ideazione». A favore hanno votato i consiglieri della Lega-Liga Veneta, contrari i membri di opposizione Pd e Veneto che vogliamo; l’alleata di maggioranza Fratelli d’Italia si è invece astenuta.

Nordio bluffa sul reato di tortura. Come scrive Giulia Merlo per Domani: «Apparentemente, il guardasigilli e il partito che lo ha eletto sono in aperto contrasto. FdI, infatti, ha presentato un disegno di legge per abrogare gli articoli 613 bis e ter del codice penale, ovvero il reato di tortura e di istigazione alla tortura, trasformandole in una semplice aggravante, che prevede l’aumento fino a un terzo della pena. Il ministro, invece, ha risposto al question time del Pd dicendo che “senza se e senza ma, il governo non ha intenzione di abrogare il reato di tortura”, sia per ragioni di “ottemperanza a norme internazionali” che di “coerenza”. Tuttavia, ha aggiunto, “vi sono aspetti tecnici da rimodulare”, perchè l’attuale formulazione del reato “ha delle carenze tecniche di specificità e tipicità”. Proprio in questo corollario solo apparentemente secondario si nasconde invece l’elemento determinante».

Prima di questo c’è stata la strage di Cutro, le parole di Piantedosi e il suo decreto, la legge per i “rave party” come urgenza nazionale, la guerra ai poveri e poi tutto quel pullulare nel sottobosco di fascisti. E siamo solo all’inizio.

Buon venerdì.

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.