Parafrasando Bolaño, lo scrittore e musicista Filippo La Porta racconta la sua passione per il jazz e per la letteratura. «Entrambe le discipline hanno a che fare con l’improvvisazione e contengono una bella dose di rischio»

Questo articolo è riservato agli abbonati

Per continuare la lettura dell'articolo abbonati alla rivista
Se sei già abbonato effettua il login