Il libro collettaneo "Pensiero umano e intelligenza artificiale. Rischi, opportunità e trasformazioni sociali" edito da L'Asino d'oro affronta una questione cruciale in questo momento storico con i contributi di psichiatri, artisti, giornalisti, studiosi di discipline scientifiche e sociali

Dopo un 2022 che ha visto il crollo in borsa dei principali titoli tecnologici, e successivamente decine di migliaia di licenziamenti da parte delle big tech, nel marzo del 2023 il mondo economico ha tremato per il fallimento della Silicon Valley Bank, banca specializzata nel fornire credito a start-up e imprese del web e dell’intelligenza artificiale. Questo settore è stato sempre contraddistinto da enormi profitti e da improvvisi rovesci. Già alla fine degli anni 90 esso attraversò una profondissima crisi, superata con un cambiamento del modello di business delle sue principali imprese. Cosa sta succedendo oggi? La prospettiva che queste tecnologie siano in grado di aprire una nuova fase di crescita va tramontando, oppure siamo di fronte ad una battuta d’arresto fisiologica dopo anni di travolgenti sviluppi? Difficile rispondere. Indubbiamente i cambiamenti avvenuti nelle nostre società non sono reversibili: ormai non vi è settore della vita economica e sociale che non faccia ampio uso di queste tecnologie. Eppure le conseguenze di lungo periodo sono ancora tutte da definire. Rimane aperta, in particolare, la questione decisiva se prevarrà la logica del controllo sociale e del profitto, o se queste tecniche saranno indirizzate al benessere di tutti.

Di qui l’interesse del volume dell’Asino d’oro (Pensiero umano e intelligenza artificiale. Rischi, opportunità e trasformazioni sociali, a cura di A. Ventura, ndr) che arriva nelle librerie ad aprile. Nel testo psichiatri, artisti, giornalisti, studiosi di discipline scientifiche e sociali si interrogano sui cambiamenti avvenuti nei loro campi di attività e sulle potenzialità, i limiti e i rischi dei programmi di intelligenza artificiale. Nel mettere a confronto quest’ultima con il pensiero umano, si mostra quanto sia illusoria l’idea secondo la quale non vi siano limiti alla possibilità delle macchine di svolgere le funzioni concettuali tipiche degli esseri umani. Gli autori riconducono l’impossibilità delle macchine di riprodurre il pensiero all’inscindibile legame tra l’esperienza del corpo e il pensiero stesso.

Questa esperienza inizia alla nascita e ha il suo sviluppo non grazie ai sensi fisici ma nelle immagini, negli affetti e nei rapporti sociali. Nella sostanza, l’idea che le macchine possano imitare il funzionamento del pensiero umano è fondata su di un errore concettuale: la differenziazione tra hardware e software non è applicabile alla vita umana – e neanche a quella animale – in quanto non vi è uno “spirito” che entra nel corpo e gli fornisce vita e movimento. Gli sviluppi dell’intelligenza artificiale offrono così l’occasione per discutere degli esseri umani, delle loro esigenze, della loro creatività artistica e, al fondo, di ciò che distingue il pensiero umano da altre forme di “intelligenza”, sia essa quella animale o quella generata dalle macchine. La tesi del volume è che la conoscenza della realtà mentale umana nei suoi aspetti più profondi costituisca la premessa per una società a misura d’uomo.

La presentazione

Il nuovo libro edito dall’Asino d’oro edizioni, Pensiero umano e intelligenza artificiale, contiene saggi di Andrea Ventura (che ne è anche il curatore), Alessio Ancillai, Federico Fiori Nastro, Luca Guiducci, Caterina Medici, Dori Montanaro, Matteo Tortoli, Federico Tulli e Carlo Zaghi. Sarà presentato il 21 aprile alla libreria Feltrinelli Appia di Roma, con gli interventi di Elisabetta Amalfitano, Andrea Filippi, Emanuela Fontana, Dario Piagno, modera il collaboratore di Left Lorenzo Fargnoli.

In apertura, l’illustrazione della copertina di Zoe Brandizzi