La risoluzione sullo scostamento di bilancio prevista nel Documento di economia e finanza è stata bocciata alla Camera. «Nessun problema politico, è che i deputati o non sanno o non si rendono conto», ha detto il ministro Giorgetti. Invece è un problema politico, eccome. Un nostro problema

Non era mai accaduto, mai. Basta già questo per descrivere le proporzioni di quello che è accaduto il 27 aprile alla Camera quando la risoluzione sullo scostamento di bilancio da 3,4 miliardi di euro nel 2023 e 4,5 miliardi nel 2024, prevista nel Def, non è passata alla Camera. Nemmeno Giorgia Meloni, abituata a rimodellare i fatti a suo piacimento, ha potuto esimersi dal definirla una «brutta figura, siamo tutti responsabili». La risoluzione aveva bisogno di 201 voti a favore ma la maggioranza è stata mancata per 6 voti. Nella compagine di governo mancavano 11 leghisti, 9 forzisti e cinque deputati di Fratelli d’Italia.

Rimarrà negli annali la scena del vicepresidente della Camera Fabio Rampelli che osserva pietrificato il risultato, chiede a un commesso cosa stia succedendo, rimane disorientato sulla sedia e infine mesto dichiara la risoluzione respinta. L’esame del Def verrà ripreso «nelle modalità che saranno decise dalla conferenza di gruppo acquisite tutte le necessarie informazioni» ha detto nell’aula di Montecitorio il vicepresidente Fabio Rampelli. Durante le riunioni dei capigruppo al capogruppo di Fratelli d’Italia balena una grande idea, ripetere la votazione. Peccato che no, non si può.

Subito dopo che la Camera ha respinto la risoluzione è stato convocato un Consiglio dei ministri con all’ordine del giorno il Documento di economia e finanza 2023. La riunione lampo, su proposta del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, ha approvato una nuova relazione al Parlamento. Restano confermati i saldi di finanza pubblica già riportati dal Documento di economia e finanza 2023, mentre la nuova relazione sottolinea le finalità di sostegno al lavoro e alle famiglie oggetto degli interventi programmati per il Consiglio dei ministri già fissato per l’1 maggio. L’Aula della Camera è stata quindi convocata questa mattina alle ore 9 per la discussione generale. Le dichiarazioni di voto inizieranno alle 10 mentre il voto è atteso intorno alle 11.30, così come ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio: le Commissioni hanno esaminato il nuovo scostamento ieri sera.

«Nessun problema politico, è che i deputati o non sanno o non si rendono conto». Così il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti uscendo dall’aula della Camera, visibilmente irritato. Solo che il fatto che “i deputati non si rendono conto” è un problema politico, eccome. Un nostro problema.

Buon venerdì.

Nella foto: frame del video della votazione alla Camera, 27 aprile 2023

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.