Come siamo messi sulla ricostruzione in Emilia Romagna? Il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci qualche giorno fa ci aveva spiegato che “il governo non era un bancomat”. Dopo giorni di promesse, dopo 2,2 miliardi di euro che si sono magicamente ridotti a 1,6, dopo una nomina del commissario per l’emergenza che non arriva per mero calcolo politico la situazione è peggio di quanto si possa credere.
“Ad oggi ancora la Regione non ha trasmesso al governo, benché richiesto, nessun elenco degli interventi da eseguire. Ha chiesto 2,3 miliardi subito, sulla fiducia. Voi vi fidereste di Schlein e compagni? Ps: la cura del territorio colpito era competenza loro”, ha scritto sui social l’esponente di Fratelli d’Italia, Galeazzo Bignami. Sottotesto: avete votato a sinistra e quindi oltre a non darvi i soldi vi offendiamo mentre siete con i piedi in mezzo al fango.
Quanto la frase di Bignami sia stupida l’ha spiegato molto bene Davide Baruffi, sottosegretario alla presidenza della giunta regionale: “Bignami sa, o dovrebbe sapere – aggiunge Baruffi – che la ricognizione puntuale dei danni è attivata dal commissario per l’emergenza così come disposto dall’ordinanza del capo del dipartimento della Protezione civile dello scorso 8 maggio, nei 90 giorni successivi. Tuttavia – continua – per rappresentare al meglio al ministro competente lo stato dell’arte, nell’incontro di giovedì scorso al tavolo col governo il presidente Bonaccini ha già prodotto una prima stima, frutto dell’inteso lavoro condotto da sindaci e presidenti di Provincia, agenzia regionale di protezione civile e consorzi di bonifica, associazioni imprenditoriali e professionisti. Un lavoro estremamente importante che ci ha già consentito di presentare da un lato l’ammontare complessivo dei danni subiti dal sistema dell’Emilia-Romagna, dall’altro – in modo ancor più accurato e dettagliato – individuare e quantificare gli interventi urgenti e necessari per mettere in sicurezza – conclude – i fiumi entro la fine dell’estate, quelli per riparare le infrastrutture che ancora isolano le comunità e impediscono a diverse imprese di operare, quelli per le prime misure di sostegno alle attività economiche”.
Galeazzo Bignami è l’esponente meloniano di Fratelli d’Italia famoso (solo) per essersi travestito da nazista “a una festa”, come ha spiegato dopo per giustificarsi. Galeazzo Bignami è l’emblema di questo governo che al posto di governare fa opposizione all’opposizione perché è l’unica cosa che sa fare. Galeazzo Bignami tra l’altro viene da quella Regione: dopo la settimana corta a Roma in Parlamento torna presumibilmente ogni fine settimana in mezzo a quei cittadini su cui sputa. Bignami è un nome ancora “caldo” per la nomina di commissario straordinario.
Voi vi fidereste di Bignami?
Buon lunedì.