Quali saranno le conseguenze della crisi del settore immobiliare cinese? Come si dipana la crisi di Taiwan con gli Usa? Quali rapporti fra Italia e Cina mentre si avvicina la scadenza dell’accordo per la Via della seta? Abbiamo chiesto a un autorevole sinologo di aiutarci ad approfondire
"Quando la Cina si sveglierà, il mondo tremerà” avrebbe detto Napoleone nel 1816. In realtà sono secoli che la Cina alternativamente si affaccia al nostro mondo, come una creatura curiosa ricca di cultura, oppure come una minaccia politica o commerciale. Solo in questi ultimi decenni, si è passati dalla curiosità e il rispetto che portarono l’Italia del partito socialista di Nenni al riconoscimento della Repubblica popolare il primo novembre 1971, alla curiosità degli spettatori italiani mossi dalla visione del documentario di Antonioni Chung-kuo (1972) e dello sceneggiato a puntate di Giuliano Montaldo su Marco Polo trasmesso negli anni Ottanta, per poi arrivare alla grande tragedia dei fatti di Tian’anmen del 1989, che sembrarono allontanare la Cina dai nostri occhi. Poi, l’entrata nella Cina nel World trade organization nel 2001 sembravano averla risucchiata definitivamente nel nostro mondo economico: le Olimpiadi del 2008 e l’Esposizione universale di Shanghai del 2010. Il mondo era globalizzato, l’occidente produceva in Cina, mentre consumava in Europa e in America. Se qualcuno scriveva che il mondo era più complesso di quello che sembrava, veniva tacciato di disfattismo, il sole rosso del capitalismo ormai era già sorto e ai più sembrava ormai alto nel cielo anche in terra cinese.

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