«Perché devo fermarmi, perché?» si chiedeva Forough Farrokhzâd nella poesia “È solo la voce che resta”. La poetessa, morta nel 1967, racconta con i suoi versi le tensioni che attraversavano già allora la società iraniana e le contraddizioni tra le sue caratteristiche etico-religiose e culturali. In realtà, questi versi sono più attuali che mai perché, ancora oggi, nessuno ha deciso di fermarsi. È passato un anno dalla morte di Mahsa Amini e noi siamo ancora qui a contare morti e feriti. Si parla di almeno 500 persone uccise negli scontri di piazza e 20mila arrestate, almeno 7 messe a morte. I numeri reali non li avremo mai. Ma abbiamo le storie, le sofferenze, le lacrime di chi ci racconta cosa è successo in Iran negli ultimi 12 mesi. Il 16 settembre 2022, nelle stesse ore in cui veniva seppellita in fretta e furia Mahsa Zhina Amini, nel cimitero di Saqqez nel Kurdistan iraniano, in tutto l’Iran si stava diffondendo il movimento rivoluzionario “Donna, vita, libertà”.

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