Hanno sempre un complotto da evocare per tentare maldestramente di coprire gli insuccessi. Il governo Meloni vede nemici ovunque e si è paranoicamente isolato . E ha fatto tutto da solo

Stilare un breve e veloce riassunto di questi ultimi dodici mesi forse risulta utile per avere le proporzioni del vittimismo, unica via strategia che accomuna tutti i partiti al governo e che infetta i suoi protagonisti principali.

Se la sono presa con i frequentatori di rave party come emergenza nazionali, non avevano ancora avuto il tempo di sfilare i cappotti. Se la sono presa con le banche colpevoli (hanno ragione) di lucrare sulla difficile congiuntura economica (e quindi sulle difficoltà dei cittadini) per poi ritirarsi presto dopo una telefonata della famiglia Berlusconi. Se la sono presa con il “gender”, con le famiglia gay e hanno partorito nuovi organi per decreto. Se la sono presa con l’Unione europea centinaia di volte in un solo anno per poi tornare sempre sui loro passi. Se la sono presa con la Germania, con la Francia (questo è un classico da quelle parti) per poi ammorbidirsi. Se la prendono con i giudici. Se la prendono con i poveri accusandoli di non voler lavorare poi hanno scoperto che sono poveri anche quelli che lavorano e quindi se la sono presa con i lavoratori poveri che non sono disposti a soffrire. 

Se la sono presa con gli italiani che vanno in vacanza all’estero, se la sono presa con i benzinai, se la sono presa con gli intellettuali, se la sono presa con i cantanti, se la sono presa con i migranti, se la sono presa con i giudici, se la sono presa con la Wagner colpevole dell’esplosione delle partenze poi quando hanno scoperto che le partenze arrivano dal loro amico Saied se la sono presa con il FMI perché non paga Saied. 

L’ultima puntata, di questi giorni, è prendersela con chi vorrebbe “un governo tecnico” ma non c’è nessuno che abbia mai pronunciato una frase del genere. “Non lo dicono ma noi sappiamo bene chi sono i nostri nemici”, dicono. E certo, come no. 

Buon lunedì.

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.