I problemi dell’Italia sono l’esatto opposto della propaganda che ormai beviamo assuefatti da mesi. Bastano due dati: il 63% delle famiglie nel 2022 non è riuscita a far quadrare i conti. In 600mila (di cui moltissimi giovani) in vent'anni sono emigrati all'estero per trovare lavoro, anche poco qualificato

Se avessimo voglia di sganciarci per qualche ora dal vittimismo del governo e dalle beghe sentimentali di uno dei milioni di Giambruno che si incontrano sui luoghi di lavoro italiani ci si potrebbe accorgere che i problemi dell’Italia sono l’esatto opposto della propaganda che ormai beviamo assuefatti da mesi.

Si potrebbe, tanto per cominciare, riflettere sul drammatico dato comunicato qualche giorno fa dall’Istituto statistico dell’Unione europea (Eurostat) in cui si legge che l’Italia è l’unico fra i grandi Paesi europei (Francia, Germania e Spagna) in cui la quota di famiglie che riporta almeno qualche difficoltà a far quadrare i conti nel 2022 è sopra il 63%. Una percentuale così ampia indica una situazione sistemica e diffusa che non può essere scrollata come indolenza diffusa di gente che non ha voglia di lavorare.

Si potrebbe continuare con quei 600mila italiani che negli ultimi vent’anni hanno deciso di emigrare dall’Italia senza tornarci più. Gente regalata al Regno Unito, alla Germania, alla Svizzera, alla Francia, agli Stati Uniti e alla Spagna perché qui non riusciva più a immaginare un futuro lavorativo. Non sono solo i “cervelli in fuga” su cui si lambiccano taluni, lì in mezzo ci sono anche ragazze e ragazzi che lasciano l’Italia per svolgere lavori poco qualificati, ad esempio nella ristorazione, nell’accoglienza, nel lavoro agricolo, come spiega Lorenzo Ruffino sul sito di Pagella politica.

Sono solo due della decina di temi che da noi vengono dati per persi, irrimediabili, buoni solo per qualche articolo di tanto in tanto. Solo che per raccontare il Paese bisognerebbe conoscerlo.

Buon martedì.