La discussione che avrebbe dovuto svolgersi in Parlamento di fronte gli italiani si è ridotta a una trattativa privata da governanti. Va così

La legge di Bilancio è stata presentata alla stampa il 16 ottobre. In quell’occasione la presidente del Consiglio Giorgia Meloni fece notare come la veloce compattezza del governo sulla manovra indicasse un’invidiabile compattezza di governo. “La maggioranza è compatta, fatevene una ragione”, ripetè Meloni anche sei giorni fa in Senato, in occasione delle comunicazioni al Senato in vista del Consiglio europeo. Oggi, 31 ottobre, la legge di bilancio non è ancora stata presentata al Parlamento. 

Nel frattempo sono circolate bozze mai smentite e mai del tutto confermato che hanno concimato un dibattito praticamente sul nulla. Perfino la dirigenza di Forza Italia ha perso la pazienza per il susseguirsi di voci senza nulla di scritto. Nei giorni scorsi abbiamo assistito anche alla spassosissima scena della presidente del Consiglio che tranquillizzava gli elettori a proposito del pignoramento immediato dei conti correnti da parte dell’Agenzia delle entrate. Ha promesso ai suoi elettori che nella manovra scritta dal suo governo non ci sarebbe stata una norma scelta da loro. Un capolavoro di attorcigliamento e di propaganda, con Meloni che si è posta come difenditrice degli italiani contro gli attacchi di Meloni. 

Nel frattempo i partiti di maggioranza hanno chiesto correzioni, chi strattonando da una parte e chi dall’altra, non potendolo fare in Parlamento visto che Meloni ha già preannunciato che non saranno accolti emendamenti. Quindi la discussione che avrebbe dovuto svolgersi in Parlamento di fronte gli italiani si è ridotta a una trattativa privata da governanti. Va così.

Buon martedì.