Nell’anno 2023 continua tranquillamente a succedere qui in Italia che il “chi ti manda” sia una caratteristica fondamentale per accedere a determinate posizioni lavorative. E quelli - notate bene - sono gli stessi che si accaniscono contro i giovani svogliati

Nella Federazione Italiana Gioco Calcio (Figc) da poco lavora Filippo Tajani, non omonimo ma figlio del ministro agli Esteri Antonio, vice presidente del Consiglio nonché capo nel partito Forza Italia. Come racconta Lorenzo Vendemiale su il Fatto Quotidiano oggi in edicola il giovane Tajani lavorerà nel dipartimento che si occupa degli Europei 2032, con un contratto (per ora) fino al prossimo aprile.

Nelle Figc lavora anche Marta Giorgetti che non è un’omonima ma è la figlia del ministro Giancarlo, ministro all’Economia dello stesso governo di Antonio Tajani nonché uomo di punta della Lega con Matteo Salvini. Si occupa dell’organizzazione delle partite della nazionale allo stadio e dopo avere completato uno stage un anno e mezzo fa è stata continuamente confermata nel suo ruolo. Nella Figc, lo scrive il Fatto, ha lavorato anche un parente dell’ex ministro Vincenzo Spadafora (M5S) quando il partito aveva un peso politico maggiore essendo in maggioranza. 

Forse è davvero una coincidenza che il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina abbia pescato talenti inaspettati nelle parentele strette dei ministri dei governi che si sono succeduti. O forse ancora non è passato quel tempo in cui le classi dirigenti di questo benedetto Paese sono convinte di non dover mai rispondere ai principi di opportunità che sviliscono e disperano un giovane qualsiasi che provi a entrare nel mondo del lavoro. 

Nell’anno 2023 continua tranquillamente a succedere qui in Italia che il “chi ti manda” sia una caratteristica fondamentale per accedere a determinate posizioni lavorative. E quelli – notate bene – sono gli stessi che si accaniscono contro i giovani svogliati.

Buon giovedì. 

Di il direttore, CC BY 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=57316792

Autore, attore, scrittore, politicamente attivo. Racconto storie, sul palcoscenico, su carte e su schermo e cerco di tenere allenato il muscolo della curiosità. Quando alcuni mafiosi mi hanno dato dello “scassaminchia” ho deciso di aggiungerlo alle referenze.