Ecco l’intervento di Tullia Nargiso della Rete studenti medi dal palco di piazza del Popolo, a Roma il 17 novembre per lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil
Qualcuno ha provato a spiegarci che non potevamo essere qui questa mattina.
Che questa piazza sarebbe stata vuota. Hanno provato a spiegare a chi di voi ha rinunciato ad una giornata di lavoro che sarebbe stato non solo inutile, ma anche fuori legge.
Mi sembra proprio che non ci siano riusciti.
Non ci sono riusciti perché il mondo del lavoro è qui. Non solo. Al vostro fianco ci siamo noi, studentesse e studenti.
Con forza e determinazione abbiamo voluto la convergenza. Per questo abbiamo fatto un appello per costruire una grande mobilitazione insieme. Nella giornata dello studente abbiamo scelto di partire insieme ai lavoratori da piazza Barberini e ora arriviamo in questa piazza in tantissimi e tantissime.
Da un lato c’è chi distrugge, esclude, discrimina. Dall’altro c’è chi costruisce, include, accoglie. E siamo noi.
Ci tengo a chiedere una cosa al ministro Salvini e agli esponenti di questo governo: non sarebbe meglio vi occupaste di garantire un lavoro dignitoso, un’istruzione e una sanità pubblica invece di parlare a sproposito di sciopero? Lasciate che a parlarne sia chi ne sa qualcosa. Ascoltate il sindacato, ascoltate i lavoratori e le lavoratrici.
Non è questo governo a fare gli interessi delle persone.
Lo vediamo in questa legge di bilancio: non c’è niente sulla scuola, niente sulla cultura, niente su noi giovani.
È questa la loro scuola del merito? È questa la società che vogliono costruire? Noi oggi ripetiamo che il Merito senza welfare studentesco si chiama privilegio. Noi non non resteremo a guardare.
Un governo che se la prende con i più deboli e con gli oppressi. L’astensione dell’Italia sulla risoluzione Onu per le tregue umanitarie è una responsabilità grave sul genocidio in atto del popolo palestinese. Una responsabilità che va fatta pesare e alla quale il nostro mondo deve rispondere che Non ci sta. Non ci sporcheremo le mani di sangue. Vogliamo: la libertà per il popolo palestinese, la solidarietà tra popoli. Vogliamo la pace.
Questa mattina, prima di arrivare qui, eravamo davanti al ministero dell’Istruzione.
Perché oggi è una giornata simbolica per noi. Volevamo mandare un messaggio chiaro: Siamo con gli studenti palestinesi. Potevamo fare finta di nulla, potevamo essere qui oggi a lottare solo per i nostri diritti. Ma non ci sembrava giusto.
Eppure sulla scuola avremmo tanto da dire.
Una cosa ci è chiara: Un governo che non investe sull’istruzione, non tiene al futuro del proprio Paese. Ma questo governo non solo non ci investe. Ma non rifinanzia, taglia.
Il dimensionamento scolastico è una piaga che non possiamo accettare. Un sistema scolastico già ridotto all’osso non può permettersi una riduzione del personale. Vogliamo una scuola in ogni quartiere, non rinchiuderci in classi sempre più piccole, in scuole sempre più vuote.
La realtà è che ogni giorno noi studenti e studentesse facciamo i conti con scuole che cadono a pezzi e che ci respingono. A Sabaudia alcune classi sono state spostate in una chiesa, perché non c’era spazio. Al Rossellini di Roma delle finestre sono cadute addosso a dei ragazzi durante una lezione. Al Lombardo Radice infiltrazioni d’acqua, bagni inagibili, infissi mancanti.
È questo per la presidente Meloni e il ministro Valditara il nostro diritto allo studio?
E poi. Un sistema scolastico che ci spinge alla competitività e alla performatività. Che ci abitua ad un mondo del lavoro sfruttato, sottopagato.
Ci viene spiegato che sappiamo solo lamentarci, che dobbiamo farci forza. Fanno finta che non esista nessun problema sulla nostra salute mentale. Tolgono i finanziamenti persino al bonus psicologo, quando servirebbe molto di più. In Parlamento c’è una legge che questo governo tiene ferma sull’introduzione dello psicologo a scuola e in università. Ci chiediamo: che cosa aspettate a discuterla e approvarla? Dove sono i fondi sulla sanità pubblica?
Oggi essere qui è stato importante. Ma non dobbiamo abbassare la guardia. Non dobbiamo cedere di un millimetro nella costruzione di questa opposizione. Dal governo non ci faranno sconti, così come dalla giunta regionale nel Lazio. Basta ambiguità.
Basta fare capolino al padrone di turno. Non è il tempo di chi esita. Questo governo nazionale e questa giunta regionale stanno svelando le loro carte. Ieri con la repressione, oggi con la legge di bilancio, domani sulla nostra Costituzione.
Noi siamo pronti. Pronti a difendere i nostri diritti, pronti a difendere il lavoro, la sanità, il nostro futuro.
Dobbiamo farlo insieme, essere opposizione a questo governo. Insieme perché non ci potranno più ignorare
In foto Tullia Nargiso, coordinatrice della rete degli studenti medi Lazio