La “ritrovata credibilità internazionale” di cui si sente spesso parlare sta nei voti che l’Italia ha collezionato ieri nel momento in cui si è deciso che Expo 2030, l’esposizione universale, si svolgerà a Riad. La capitale dell’Arabia Saudita ha battuto la concorrenza incassando ben 119 voti dai 165 delegati che si sono espressi all’assemblea generale del Bureau International des Expositions a Parigi, mentre il progetto di Roma è stato sonoramente bocciato finendo perfino dietro a Busan con appena 17 preferenze contro le 29 per la città della Corea del Sud.
Scriveva ieri il giornalista Enrico Mentana: “Questa non è una sconfitta, è una figuraccia. Non di Roma soltanto, ma di tutto il sistema Italia. Quando un Paese come il nostro spinge la candidatura della sua capitale fino al round decisivo, e al momento della scelta porta a casa solo 17 voti su 165, evidenzia un fallimento. Tutti sapevano che Riad, per mille motivi, era la favorita, e che l’Italia aveva già ospitato l’Expo solo otto anni fa, con ciò dovendo ancor più inseguire. Ma come ci si è potuti illudere, per poi ritrovarsi con solo il voto nostro e dei nostri amici?”.
Prevedibile anche la reazione – con il solito vittimismo condito da complottismo – dell’ex Segretario generale del Ministero degli affari esteri nonché direttore del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza che vigila sull’attività dei Servizi, l’ambasciatore Giampiero Massolo, che parla di “deriva mercantile” e “metodo transazionale, non transnazionale”. Che bin Salman sia pronto a comprare “anche seggi dell’Onu” alcuni lo scrivono da anni. Ben svegliati.
Buon mercoledì.
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