In un post del 2018, poco prima di essere eletta Assessora alle politiche sociali di Ivrea, la leghista 34enne Giorgia Povolo aveva scritto: “Zingari di merda, zecche e parassiti capaci di spolpare tutto, connazionali criminali che andrebbero usati come esche con i piranha, mi auguro che cercando di rubare qualcos’altro una tagliola possa mozzarvi le mani”.
Dopo le inevitabili polemiche e un timido accenno di scuse Povolo per la Giornata internazionale dei Rom, Sinti e Camminanti, ribadisce le sue idee: “Festeggiamo un popolo che proprio come dice la parola “nomade” dovrebbe muoversi continuamente, il vero risultato è che le zecche stanziano in campi abusivi dalla giovane età alla vecchiaia, vergogna”.
Com’è finita? Denunciata da Asgi dopo due vergognose assoluzioni che giudicavano quel moto di razzismo “uno sfogo” la Cassazione ha riconosciuto il carattere discriminatorio e molesto delle espressioni utilizzate da Povolo. Lei immediatamente dice di essersi pentita e qualche giorno fa ha scritto una lettera a Asgi in cui dichiara di “condividere in pieno le motivazioni esposte dalla Corte di Cassazione nell’ordinanza 17. 385 del 2023 e le argomentazioni che la Vostra Associazione ha esposto negli atti giudiziari, nel corso della vicenda giudiziaria”. “In particolare, – scrive la leghista pentita – convengo con Voi che l’accostamento di un’etnia (in particolare quella Rom) a comportamenti criminosi costituisce un atto non solo illegittimo, come accertato dalla Cassazione, ma pregiudizievole per la società nel suo complesso, rischiando di minare i principi di pacifica convivenza e reciproco rispetto tra gruppi sociali, le cui diversità possono costituire, nel rispetto dei principi Costituzionali, un importante arricchimento della nostra vita collettiva”.
Povolo dice di avere voluto scrivere quella lettera “confidando che ciò possa essere utile a far sì che vicende come quella che mi ha visto protagonista non abbiano a ripetersi”. Avrebbe dovuto mettere i suoi compagni di partito in copia conoscenza.
Buon lunedì.
Nella foto: frame dalla trasmissione Cartabianca “La vita in un campo Rom”, 2 maggio 2023