È inutile avere un presidente donna se non lavora per i diritti di tutte. L’ossessione con cui Meloni parla di natalità è essa stessa discriminatoria: dal suo punto di vista, donna è sinonimo di madre. Meglio se con almeno due figli. Già questo dice quanto la libertà femminile sia misconosciuta
Ilustrazione di Marilena Nardi L'entusiasmo della prima volta di una presidente del Consiglio aveva indotto la speranza ed addirittura - non per tutte- la convinzione che si sgretolasse finalmente il “tetto di cristallo”. Credo che l’idea che la parità si ottenga semplicemente rompendo il tetto di cristallo sia una trappola, come trappola è stato perseguire la conciliazione e non la condivisione del lavoro domestico. Ovviamente, non intendo e non voglio sottovalutare il valore di coloro che sono riuscite ad affermare sé stesse superando gli stereotipi, così come non ha senso contrastare in astratto e a prescindere soluzioni di conciliazione che aiutano le lavoratrici. Non è nelle singole esperienze che si annida la trappola di cui parlo, ma nell’assenza di prospettiva. Si celebra il risultato individuale anche se questo non rappresenta una leva per le altre, che rimangono incollate alla base delle piramide e discriminate. Lo stesso vale per la conciliazione: il cambiamento è importante se è tale per tutte e non se è usato come alibi per evitare la condivisione. Un po’ più di un anno dopo vediamo una conferma di questa trappola nelle politiche della presidente del Consiglio, che oserei dire rappresenta la conferma che non è sufficiente la biologia per realizzare la propria identità di donna (cfr Simone de Beauvoir): bisogna contrastare la costruzione sociale imperniata sul patriarcato, non usare il successo personale come modo per negare il problema. Questo governo invece tratta la povertà come una colpa, le marginalità e le fragilità come devianze, moltiplica le soluzioni punitive, penali, i nuovi reati, lo stigma, quando occorrerebbe costruire soluzioni partendo dall’analisi delle condizioni, riconoscendo l’idea che vanno redistribuite risorse e poteri. Provo a tradurre concretamente gli effetti delle scelte della presidente del Consiglio, premettendo che l’ossessione con cui parla di natalità è essa stessa discriminatoria: dal suo punto di vista donna diventa sinonimo di madre meglio se con almeno due figli. Già questo chiarisce quanto la libertà femminile sia misconosciuta.

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