Il ministro incapace di imbroccare la consecutio ci ha voluto fare sapere che nelle scuole bisognerebbe insegnare un “italiano potenziato” per facilitare l’integrazione. Pochissimi giornalisti fanno notare che gli «stranieri» di cui si parla sono ragazzi nati in Italia

«Ma perché mai imparare l’italiano, se un analfabeta di ritorno riesce comunque a fare il ministro?». Il sunto di questi ultimi giorni intrisi di ignorante propaganda l’ha scritto Tomaso Montanari dopo avere letto il ministro all’Istruzione Valditara mentre sputava uno sconclusionato messaggio sui social. 

Il ministro incapace di imbroccare la consecutio ci ha voluto fare sapere, tentando di farsi capire, che nelle scuole bisognerebbe insegnare un “italiano potenziato” per facilitare l’integrazione. Ci sono due problemi di fondo, i soliti di questi squinternati al governo: l’integrazione per loro consiste nella reductio delle altre culture (fondamento di ogni xenofobia) e la loro cultura è troppo bassa per essere in grado di gestire la cultura degli altri. 

Ripercorriamo questi ultimi giorni. Una scuola a Pioltello decide di gestire i giorni di chiusura com’è nelle facoltà della sua autonomia. Non è una questione religiosa: i dirigenti scolastici sanno meglio dei ministri che conviene chiudere quando le troppe assenze potrebbero minare il percorso didattico. Il ministro Salvini assetato di propaganda per oliare il suo sprofondamento politico ulula sulla pelle dei ragazzi, come al solito, senza sapere che in realtà un limite per il numero degli alunni stranieri a scuola è in vigore già dal 2010. Accortisi dell’enorme figura di palta al governo decidono di mandare avanti il ministro Valditara per dire «è vero, c’è già il limite, ma forse potremmo abbassarlo». Pochissimi giornalisti fanno notare che gli «stranieri» di cui si parla sono ragazzi nati in Italia. E anche questa settimana siamo riusciti a sprecarla parlando di niente. 

Buon venerdì.