Xenia è una proposta di legge di iniziativa popolare che studiosi e attivisti stanno scrivendo per un modello di accoglienza degli immigrati intesa come scambio tra pari. Intervista al giurista, autore del Preambolo
Immaginiamo un luogo dove gli stranieri che migrano dai loro Paesi a causa di guerre, carestie, persecuzioni politiche, disastri climatici, vengono accolti senza problemi. Immaginiamo anche che il loro arrivo generi un miglioramento del luogo stesso e delle condizioni di vita dei suoi abitanti. È «una concretissima utopia», basata su uno scambio tra pari, senza fini utilitaristici, nel nome della dignità delle persone, scrivono i promotori del movimento che sostiene la legge dell’ospite Xenia. Già il nome è un ribaltamento del senso comune. Xenia era infatti la parola usata per imbastire il processo a Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace (vedi intervista di Lucano su questo numero), un impianto accusatorio poi crollato perché basato su argomenti inconsistenti, come dimostrano le recenti motivazioni della sentenza.
Ed è proprio Riace il punto di partenza dell’idea della proposta di legge di iniziativa popolare promossa da Natura comune, associazione nata a Ventotene nel 2022 da un gruppo di giovani impegnati nell’arte, nell’insegnamento, nell’impegno politico e civico. Il percorso per arrivare alla stesura degli articoli di legge è frutto di un processo deliberativo dal basso. La piattaforma partecipativa Reprezentu, vuole essere, dicono i promotori di Natura comune, «un legislatore collettivo». Dopo assemblee, incontri con esperti sui temi specifici, un tavolo tecnico - in fase di costituzione - di giuristi, sociologi ed economisti scriverà il testo di legge. È dal 6 maggio 2023 che questo processo è iniziato, coinvolgendo vari studiosi, tra cui Luigi Manconi, Gianfranco Schiavone, tra i fondatori del sistema Sprar, la giurista Isabela Atanasiu, lo stesso Mimmo Lucano e Luigi Ferrajoli che è stato invitato a scrivere il Preambolo della proposta di legge.
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