Il cantante, autore dei Marlene Kuntz e scrittore parla dei 30 anni di Catartica, l’album festeggiato con un tour estivo. L’indignazione di allora persiste ancora oggi: «Intravedo - dice - una pericolosa deriva del mondo occidentale, c’è una crisi della democrazia»
Compie 30 anni Catartica dei Marlene Kuntz, fra i più significativi lavori della produzione artistica italiana, il primo del Consorzio produttori indipendenti, etichetta discografica che contribuì alla rinascita del rock in Italia.
Per festeggiare l’album con il concerto dello scorso 2 luglio a Milano ha preso il via un lungo tour in Italia e in Europa.
Con i suoi 15 brani, Catartica è un album attualissimo, soprattutto per il sentimento da cui è animato: la rabbia. Rabbia e desiderio di affrontare, e magari frenare, cercare di risolvere le tante emergenze che viviamo. A cominciare dalla crisi climatica, un problema che ai Marlene Kuntz interessa molto, visto che il loro nuovo album, Karma clima, (Al-Kemi records) ne sottolinea l’urgenza. Poi la democrazia, i giovani, il futuro, sono i temi che innervano il disco. Tornando a Catartica, con la passione bruciante che lo contraddistingue, spicca quella meraviglia di “Nuotando nell’aria”, colonna sonora degli amori finiti di chi era poco più che adolescente in quegli anni lì per arrivare ai giorni nostri. E non è un caso che il nuovo libro di Godano appena uscito per il Saggiatore si intitoli Il suono della rabbia. Pensieri sulla musica e il mondo.
Quanto al tour dei Marlene si protrae fino a tutto agosto, toccando l’intera penisola, poi da settembre la band farà tappa a Parigi, Bruxelles, Berlino e Londra. Al pubblico di lungo corso cresciuto con loro si è aggiunto quello dei giovani che forse negli anni di Catartica neanche erano nati. Da allora molte cose sono accadute. Su questi «anni andati», tanto per citare qualche strofa, ci sono: 11 album in studio, 4 dal vivo, 8 raccolte, 2 colonne sonore, un disco d’oro e un film documentario. Nati nel 1989, i Marlene cominciano subito un’ascesa che li vede tra i maggiori esponenti del rock italiano. Poetici, eleganti, sopraffini compositori, originali e fedeli ai loro ideali, coerenti con la loro musica. Per festeggiare Catartica, ma per sapere cosa fa oggi la band piemontese, ne parliamo con il cantante, chitarrista e autore dei testi Cristiano Godano, che insieme a Luca Lagash Saporiti, Riccardo Tesio (tra i fondatori della band, insieme a Luca Bergia, scomparso lo scorso anno), Davide Arneodo e Sergio Carnevale si sono ispirati, per il nome, alla mitica Dietrich.
A proposito di cambiamenti, Cristiano Godano, sono passati 30 anni da Catartica: il muro di Berlino era caduto, c’era Tangentopoli, erano gli anni delle stragi di mafia....Che cosa vi animava in quegli anni e di che cosa volete parlare oggi?
Io ho cominciato a scrivere i testi delle mie canzoni quando avevo circa 20 anni. E a proposito di rabbia, quella dei testi di Catartica forse si potrebbe dire che ancora non era una rabbia sociale, di stampo eminentemente etico o politico. Quanto al presente, ci rendiamo conto che questi sono tempi che dovrebbero essere di rabbia e di reazione anche sociale, perché intravedo una pericolosa deriva del mondo occidentale che sta attraversando una grave crisi dell’istituto della democrazia. È una deriva grave e preoccupante. Oggi, sarebbe più che giustificata una rabbia sociale, un’allerta, un voler essere parte attiva nella resilienza. Ma questa spinta manca abbastanza.
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