C’è chi difende a spada tratta il fossile e chi si spaccia per ambientalista ma in modo strumentale. I partiti dell’onda nera europea reagiscono alla crisi climatica con una ulteriore risposta reazionaria. Come spiega l'autrice del libro "Ecofascisti. Estrema destra e ambiente”
Accanto ad un ecologismo progressista e movimentista che fa della lotta ai cambiamenti climatici la propria bandiera, si sta delineando anche un’ideologia ambientalista ultra-conservatrice promossa dall’estrema destra. Dopo anni di negazionismo tout court, i nazionalisti di tutta l’Unione europea, usciti rafforzati dalle elezioni europee di inizio giugno, hanno mutato strategia: la natura va tutelata, ma guai a toccare i combustibili fossili. I veri colpevoli della devastazione ambientale sono i migranti, i popoli del Sud del mondo, il femminismo, i diritti. Chi sono gli “ecofascisti”? Lo spiega la giornalista Francesca Santolini autrice del saggio Ecofascisti. Estrema destra e ambiente pubblicato da Einaudi.
Francesca Santolini (ph. Damiano Andreotti)
Lei nel suo libro illustra come il germe dell’ecologismo nasca in Germania tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento con lo zoologo Ernst Haeckel, in contemporanea all’affermazione della teoria del darwinismo sociale e in ambienti nazionalisti e reazionari - cito la Società Thule e il movimento Volkish. Ma questo non è un controsenso avendo l’ecologismo una base scientifica? L’operazione che portò avanti Haeckel, ossia applicare le categorie scientifiche alle società umane, non fece altro che mutuare in modo distorto il concetto di selezione naturale. Questa lettura così “originale” del concetto di natura contribuì fortemente al rafforzamento delle teorie sull’igiene razziale e alla nascita dell’eugenetica. Manipolando le dottrine evoluzionistiche, Haeckel diventò poi uno dei maggiori ideologi del razzismo e del nazionalismo, e con le sue teorie ispirò anche il movimento Volkish, un’ideologia apertamente populista e reazionaria che si opponeva fortemente al liberalismo, all’industrializzazione e che vedeva come fumo negli occhi le rivoluzioni borghesi dell’Ottocento. Il nemico ideale di questa formazione erano proprio gli ebrei, considerati troppo “cosmopoliti” e razionali, incompatibili con la comunità e con il suo “antico legame” con il territorio d’origine. Nell’ultima parte della sua vita Haeckel si unì ad un’organizzazione di estrema destra e antisemita, la Società Thule, che viene considerata dagli storici il primo nucleo del movimento nazista, che non nasce dal nulla, ma i cui germi cominciano a proliferare proprio in questo humus culturale.

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