«Msi, An e poi Fratelli d’italia non hanno mai riconosciuto la responsabilità del terrorismo nero nello stragismo», denuncia la storica Benedetta Tobagi, autrice di due nuovi libri illuminanti
Misteri d’Italia. Quante volte abbiamo letto questa espressione sui giornali. Quante volte l’abbiamo sentita ripetuta in tv. Le stragi avvenute tra il 1969 e il 1980 lo sono per eccellenza, secondo una certa pubblicistica che finisce per essere complice di chi ancora vuole confondere le menti riguardo alle responsabilità del terrorismo neofascista in alleanza con servizi segreti, P2 e mandanti politici. La storica e scrittrice Benedetta Tobagi non ci sta. E smaschera questo “brand” con un libro efficace e indispensabile per chiunque voglia vederci chiaro. S’intitola Le stragi sono tutte un mistero ed è uscito nella collana Fact Checking di Laterza a poca distanza dal suo Segreti e lacune, le stragi tra servizi segreti, magistratura e governo (Einaudi). Doppietta ineludibile. L’assunto metodologico di fondo di entrambi i lavori è, per dirla con le parole del portavoce dell’associazione dei familiari delle vittime di Bologna Paolo Bolognesi: «I misteri sono quelli della fede, questi sono fatti concreti, azioni umane. Sono più laicamente e concretamente segreti». In attesa di incontrarla il 12 settembre a Roma all’Archivio Flamigni (vedi box) ci ha concesso questa generosa intervista.
Tobagi, perché dopo diversi ergastoli e condanne definitive su chi ha commesso, finanziato e organizzato la strage di Bologna del 2 agosto 1980 c’è chi ne nega ancora la matrice neofascista ed eversiva?
C’è un discorso da fare, articolato e complesso, che riguarda tutte le stragi. E ce n’è uno specifico che riguarda Bologna. Ma il mancato riconoscimento della matrice nera delle stragi da parte dalla subcultura di destra tocca tutti gli eventi stragisti e si lega a una mancata elaborazione del passato da parte della destra. Prevale la prassi di rimuovere tutte le pagine scomode dall’album di famiglia. Storicamente il Msi e An, e poi FdI, non hanno mai riconosciuto la responsabilità del terrorismo nero nello stragismo. Alcuni gruppi parlamentari ed esponenti di governo non lo riconoscono perché fra le sue caratteristiche c’è stata la porosità fra ambienti extra parlamentari ed eversivi e ambienti della destra legale. Si registrano molti casi di doppia militanza fra Msi e organizzazioni della destra extraparlamentare con sconfinamenti in gruppi responsabili di attentati.
Da qui il tentativo di cancellazione di tutte le evidenze emerse nei decenni?
I depistaggi sistematici hanno giocato un ruolo chiave. Nella confusione le destre hanno potuto negare l’evidenza che emerge nei processi, e al tempo stesso assumere un atteggiamento vittimistico.
Esponenti della destra parlamentare, extraparlamentare, e perfino terroristi hanno detto che le stragi furono di Stato. Come leggere questa affermazione?
Hanno copiato uno slogan della sinistra extraparlamentare, nato a difesa degli anarchici in occasione di piazza Fontana. Lo usano per dire che i terroristi neri sarebbero stati i capri espiatori delle stragi di Stato. È un meccanismo importante da capire e da segnalare perché decenni di indagini e di processi affermano, invece, che i depistaggi sono stati tutti e sempre a difesa dei responsabili di estrema destra delle stragi.
Questo articolo è riservato agli abbonati
Per continuare la lettura dell'articolo abbonati alla rivista
Se sei già abbonato effettua il login