Portare a cinque anni il tempo per richiedere la cittadinanza allineerebbe l’Italia alle altre legislazioni dei paesi europei

C’è un referendum importante e c’è il tempo che stringe. Lo scorso 4 settembre Riccardo Magi di +Europa ha depositato alla Corte di Cassazione un nuovo referendum abrogativo che propone di modificare la legge che regola la concessione della cittadinanza italiana ai cittadini stranieri.

Mentre nel Parlamento si scioglievano i propositi estivi di Antonio Tajani e di Forza Italia il referendum propone di intervenire su due lettere del primo comma dell’articolo 9 della legge sulla cittadinanza, quello che stabilisce le modalità di concessione della cittadinanza italiana agli stranieri.

Si vuole portare per tutti gli stranieri maggiorenni a cinque anni il periodo di residenza legale nel nostro Paese necessario a chiedere la cittadinanza italiana. Come spiega Paolo Bonetti, professore di Diritto Costituzionale e pubblico dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, «la legge del 1992 ha deciso, invece, uno spezzettamento di questi termini, riducendoli a quattro anni per i cittadini dell’Unione europea e portandoli da cinque a dieci anni per i cittadini degli Stati extra-Ue». 

Portare a cinque anni il tempo per richiedere la cittadinanza – sempre rispettando gli altri requisiti come conoscere la lingua, pagare le tasse e avere stabilità economica – allineerebbe l’Italia alle altre legislazioni dei paesi europei, come ad esempio la Germania che è intervenuta sullo stesso punto a fine giugno. 

Il quesito referendario deve essere depositato come le 500 mila firme richieste entro fine settembre. Si firma qui https://pnri.firmereferendum.giustizia.it/referendum/open/dettaglio-open/1100000

Buon martedì.