Il ministro Valditara vuol mettere mano alle Indicazioni nazionali della scuola, il testo di riferimento per l’insegnamento. Con una visione rivolta al passato e chiusa ai cambiamenti globali
In questi ultimi mesi si è parlato molto delle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo d’istruzione, in relazione alla nomina da parte del ministro Valditara di una commissione incaricata della loro revisione. Questo disegno del governo ha destato molta preoccupazione, ma che cosa deve essere salvaguardato di questa nota di orientamento per la scuola?
Le Indicazioni hanno rappresentato un cambiamento radicale rispetto al passato perché hanno spostato il focus del processo di insegnamento-apprendimento dai programmi delle varie discipline ai bisogni e agli interessi dello studente che devono essere posti al centro della proposta educativa.
Le Indicazioni nazionali del 2012 hanno una lunga storia: l’impulso iniziale è stato dato dal ministro Tullio De Mauro nel 2000 con Gli indirizzi per il curricolo al fine di completare la riforma dell’autonomia scolastica, ma questi indirizzi elaborati da una commissione molto ampia di esperti non sono giunti a una concreta applicazione.
In aperta discontinuità con questo lavoro, la ministra Letizia Moratti nel 2004 propose I piani di studio personalizzati, che non furono accolti positivamente dal mondo della scuola. Il successivo ministro Fioroni nel 2007 ha ripreso il lavoro avviato da De Mauro nominando una commissione di esperti per individuare strumenti capaci di dare alla scuola un ruolo decisivo nella società del cambiamento e porla all’interno di un contesto internazionale. Il documento stilato è stato sperimentato nelle scuole e dopo un confronto con i rappresentanti delle diverse discipline e le associazioni sindacali è stato assunto nel 2012 come base per la definizione delle Indicazioni nazionali, emanate dall’allora ministro Profumo.
Queste indicazioni sono quindi frutto di un percorso molto partecipato, grazie al concorso della comunità scientifica e a un’ampia e approfondita consultazione degli insegnanti. Con l’autonomia scolastica a ciascuna scuola è stato richiesto di organizzare un percorso formativo specifico, per rispondere in modo efficace ai bisogni dei diversi contesti sociali e culturali nel territorio nazionale. La progettazione curricolare di ogni istituto deve tenere conto delle Indicazioni nazionali che sono un testo ampio, e costituiscono una cornice pedagogica e culturale di riferimento dove sono definiti gli obiettivi di apprendimento e i traguardi per lo sviluppo delle competenze al termine del primo ciclo di istruzione.
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