Spiazzati dalla bambina, per di più femmina, brancolante nel buio del mare i razzisti ora gridano al complotto

La masnada di razzisti accarezzati dalla compagine di governo che passeggiano timidamente nel mondo reale e gaglioffamente nel mondo virtuale ieri ha passato l’intera giornata a cercare le parole per disinnescare la compassione verso Yasmine, bambina di undici anni trovata aggrappata in mezzo al mare.

Non potendo usare il vocabolario già pronto se i naufraghi sono maschi maschi adulti – quello che punta dritto alla criminalizzazione futura come insegna il grand visir della Lega – sono rimasti spiazzati dalla bambina per di più femmina brancolante nel buio del mare.

Frugando tutto il giovedì nel cassonetto delle loro obiezioni si sono aggrappati quindi al fatto che secondo i medici Yasmine non avrebbe potuto resistere nel Mediterraneo così freddo e così ondoso per tutto quel tempo. Qualche medico – che ne sa più di noi – ha spiegato che Yasmine potrebbe avere avuto una dilatazione del tempo dovuta dallo shock di avere visto suo fratello insieme a una quarantina di persone colare a picco. 

È iniziata così una cagnesca discussione sul tempo di aggrappamento di Yasmine con lo schema tipico degli spaventosi analfabeti funzionali (e quindi anche sentimentali) già certificati dall’Ocse. «Se un particolare della narrazione è discutibile allora tutto è falso anzi è un complotto», è la sofisticata cretineria della ciurma.

D’accordo, è vero: qualcuno ha messo una bambina in mezzo al mare dopo averla istruita sulla sceneggiatura per svelare la politica assassina del governo in carica. Mi pare così evidente e logico. Ecco svelato il complotto. 

Buon venerdì. 

v. anche il buongiorno del 12 dicembre Il piano di destabilizzazione? Una bambina di 11 anni con due salvagenti