A proposito dello squinternato discorso del neo presidente americano in videoconferenza al World Economic Forum di Davos

Non è difficile l’esegesi dello squinternato discorso di Donald Trump fatto ieri a Davos. Nel corso degli anni, diversi psicologi e psichiatri americani hanno espresso preoccupazioni riguardo alla salute mentale di Donald Trump, suggerendo che possa soffrire di “narcisismo maligno”.

Il termine, coniato dallo psicoanalista Erich Fromm nel 1964, descrive una combinazione di narcisismo estremo, comportamento antisociale, paranoia e sadismo. Secondo gli specialisti, tale condizione si manifesta attraverso comportamenti come l’assenza di rimorso, la convinzione di essere costantemente sotto attacco, la tendenza a manipolare o ferire gli altri e una percezione grandiosa di sé stessi.

Le parole di Trump attengono più alla sfera psichiatrica che alla sfera politica. È quindi inutile, forse anche dannoso, leggerle come architravi di un pensiero organizzato.

Trump si lamenta dell’Europa perché vorrebbe venderle più gas, soprattutto alla Germania, soprattutto dopo la chiusura dei rubinetti russi. Trump non è soddisfatto della lista della spesa delle armi americane, con cui vorrebbe riempire gli arsenali europei. Trump sogna un’auto americana sotto i deretani europei, insoddisfatto per l’ingombro di marchi giapponesi ed europei. Soldi, sono solo i soldi a renderlo irrequieto.

Gli sgarbi dell’Unione europea di cui Trump si lamenta sono banalmente il mancato assoggettamento, meglio la prostrazione, che il presidente Usa vorrebbe da Bruxelles.

Resta da vedere come relazionarsi con il narcisista maligno. Ma è questione medica, con sullo sfondo la politica.

Buon venerdì.

Nella foto: frame del video del discorso di Trump a Davos, 23 gennaio 2025