e Abuelas di Plaza de Mayo hanno ritrovato il nipote 138. L’annuncio ufficiale è stato dato il 27 dicembre scorso dalla presidente Estela Carlotto nella loro sede nell’ex caserma Esma, a poche decine di metri dalla palazzina del centro di detenzione clandestino e di sterminio più feroce della dittatura civico-militare argentina (1976-1983). Il ritrovamento di uno dei figli di una coppia di desaparecidos, partito da una denuncia del 1988, arriva nel pieno di un’aggressione alla memoria organizzata dal governo negazionista del presidente Milei, che non perde occasione per provocare e umiliare le madri e le nonne delle vittime (in tutto furono circa 30mila). Alle prigioniere, costrette a partorire nei centri clandestini, venivano sottratti i figli, poi consegnati, con la complicità delle autorità ecclesiastiche, a coppie ritenute affidabili e compiacenti: per questo la ricerca delle Abuelas è da sempre motivo di apprensione per chi ha collaborato col regime. Non a caso, in agosto un decreto presidenziale ha di fatto smantellato la Commissione nazionale per il diritto all’identità (Conadi), l’ufficio che coordina l’attività investigativa delle ricerche.
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Le politiche negazioniste del presidente amico di Giorgia Meloni mirano a isolare le Abuelas di Plaza de Mayo, ma anche a rimettere in libertà gli ex militari autori di crimini feroci durante la dittatura civico-militare