L’estrema destra dell’Afd vola verso il 20 per cento diventando il secondo partito. Intanto picchia duro la crisi del sistema produttivo tedesco. Pesano questi due macigni sulle elezioni politiche tedesche del 23 febbraio
Dopo la fine della coalizione “semaforo” il 23 febbraio la Germania va alle elezioni. La rottura è stata il punto finale di un processo in cui il governo ha già perso molti consensi. Le contraddizioni tra i partiti erano troppo grandi. Il punto di conflitto decisivo era la questione del debito pubblico. Mentre socialdemocratici e verdi vogliono modificare la regolazione del pareggio di bilancio per finanziare investimenti nella infrastruttura e nella trasformazione ecologica dell’industria, i liberali vogliono rispettare rigorosamente questa regola.
La fine della coalizione semaforo rappresenta solo il culmine di una perdurante incapacità del governo di fornire risposte convincenti ai problemi più urgenti. La stessa Germania è in una grave crisi: economica, sociale e politica. L’economia è stagnante ed è effettivamente in recessione, il lavoro precario si sta diffondendo e la polarizzazione sociale è in crescita. C’è un diffuso malcontento fra i cittadini riguardo alla politica non solo quella del governo, ma verso la politica in generale. La gente è molto preoccupata per il carovita e molti hanno difficoltà a fare fronte alle spese per l’alimentazione, per l’energia e per la casa.
Questo articolo è riservato agli abbonati
Per continuare la lettura dell'articolo abbonati alla rivista
Se sei già abbonato effettua il login