Interrompere una gravidanza senza intervento chirurgico è più sicuro per la salute delle donne e costa dieci volte meno al sistema sanitario. Ma l’approccio ideologico di chi governa condiziona la libertà di scelt

Nell’ambito del programma “Salviamo il nostro Servizio Sanitario”, la fondazione Gimbe pubblica annualmente, dal 2016, i dati del suo Osservatorio sul servizio sanitario nazionale. Anche l’ultimo rapporto ha confermato la tendenza verso lo smantellamento della dimensione pubblica del nostro sistema sanitario e dei suoi principi fondanti, in una inesorabile avanzata della privatizzazione dei servizi. In tale contesto di ispirazione conservatrice e neoliberista, che ha caratterizzato la politica sanitaria degli ultimi governi, l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni si caratterizza per l’impronta nettamente ideologica, declinata soprattutto a livello regionale, che mette in secondo piano le evidenze scientifiche e i principi di base dell’economia sanitaria, e ne condiziona fortemente le scelte politiche. Ciò è particolarmente evidente nel campo dei diritti e della salute sessuale e riproduttiva, e la vicenda dei paletti all’aborto farmacologico nel nostro Paese deve essere letta in quest’ottica.

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