Nonostante Bellori l’avesse già descritto nel 1672, il dipinto Giove Nettuno e Plutone rimase sconosciuto fino al 1969, celato per secoli in un edificio privato nel Casino dell’Aurora a Roma. Due studiosi ne propongono una nuova lettura

Nel Camerino di Del Monte

l Giove, Nettuno e Plutone (1599) di Caravaggio si trova in una stanza segreta del Casino dell’Aurora, ancora esistente nei pressi di via Veneto a Roma. Lo studiolo, stretto e lungo, crea un effetto di compressione da chi arriva dal grande salone dell’Aurora. Il dipinto (3,16 x 1,52 m) sulla volta sembra aprire lo sguardo verso il cielo, combinando figure umane, animali e costellazioni in una prospettiva dal “basso in su”. Il Casino era un luogo di studio e incontri segreti o quanto meno riservati per il cardinal Del Monte, che poteva avviare i propri ospiti anche verso una uscita segreta sulla scala secondaria. Il cardinale abitava nei pressi di piazza Navona a Roma, al centro del cosiddetto quadrilatero del Caravaggio che comprendeva le chiese di sant’Agostino di san Luigi dei Francesi, il Pantheon e appunto la sontuosa dimora del cardinale in Palazzo Madama. Del Monte, ambasciatore dei Medici a Roma, era un raffinato intellettuale appassionato di musica, scienza, arte e pittura. Si dice che abbia scoperto Caravaggio dopo aver visto La Buona Ventura presso un mercante vicino al suo palazzo. Divenne suo protettore, ospitandolo e facilitandone la prima commissione pubblica. Intorno al 1597, Caravaggio dipinse più volte allusivi giovani musicanti legati alla cerchia del cardinale. Nel contesto di questa intima relazione, Del Monte concepisce con Caravaggio l’opera. Un’idea profonda e raffinata che, nel suo stesso essere, mostra e nasconde, alludendo e dichiarando quasi simultaneamente.

Il come

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