«La, la vita va,/scorre tra le dita/che si stringono ma invano…/Tutto quel che abbiamo/ si riduce a questo breve istante/che viviamo». In questi versi c’è tutto Piero Ciampi: la sua malinconia esistenziale, il senso di precarietà della vita. Ma c’è anche la sua capacità di trovare bellezza ovunque e sempre, in ogni istante. Piero Ciampi, livornese, poeta e cantautore morto troppo giovane a 45 anni, figura di culto del panorama musicale italiano, con quel suo carattere irrequieto e ribelle, dissacrante ma capace di scrivere versi di altissima poesia, accompagnato nel corso degli anni da musicisti, autori come Gian Franco Reverberi, Gianni Marchetti, Pino Pavone; da fuoriclasse come Luigi Tenco e Gino Paoli che per primo incise le canzoni di Ciampi e che gli procurò un contratto discografico alla Rca. Ma intascato l’anticipo, Piero sparì per parecchio tempo.
L’occasione di riascoltare le canzoni di Ciampi, tra cui alcune inedite, ci è offerta da Squilibri editore, che ha pubblicato un prezioso doppio cd Siamo in cattive acque curato da Enrico de Angelis, giornalista e storico della canzone d’autore, per anni direttore artistico del Club Tenco di Sanremo, grande studioso dell’autore livornese (suo il volume Piero Ciampi. Tutta l’opera, Arcana editore). Tutto parte da una rubrica telefonica, da un’agendina, che Pino Pavone dona a De Angelis e in cui scova la scaletta di un lp che evidentemente Ciampi pensava di pubblicare ma che non venne mai realizzato. Titolo: Siamo in cattive acque. Ciampi era un artista che lavorava molto sulla propria musica, che curava ogni dettaglio, ma che allo stesso tempo era capace di lasciarsi andare all’improvvisazione e all’ispirazione del momento. O magari di mandare all’aria tutto.
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