Il presidente Usa gestisce il conflitto in Ucraina come fosse un reality show e i leader Ue gli sculettano appresso

Uno squilibrato incidentalmente presidente degli Stati Uniti d’America – Donald Trump – sta gestendo il conflitto in Ucraina come un reality show di cui lui è l’assoluto protagonista. Nella sceneggiatura della Casa Bianca Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky sono banalmente le spalle. Il primo è l’impero del male, con la fisiognomica perfetta di chi non vuole decadere. Il secondo è lo sconfitto designato – dal copione – che annoia il pubblico per il suo pietoso insolentire.

Inutili le analisi e inutili gli editoriali pensosi. Ieri Trump di fronte ai giornalisti ha letteralmente dichiarato che «ci saranno dei cambiamenti nel territorio… La Russia si è impossessata di alcuni territori di prima qualità. Si è impossessata in gran parte di terreni oceanici, che chiamiamo proprietà fronte mare. Sono sempre le proprietà più preziose». Sembra l’apertura di una puntata di “Temptation Donbass” perché è esattamente così: Trump l’imbonitore, Trump l’anestetico della complessità, Trump che fa spettacolo sui corpi degli assediati, dei bombardati, dei periferici, dei devastati.

L’aspetto moralmente più contundente del triste spettacolo è però l’Unione europea, nelle forme e nelle facce della presidente von der Leyen, della sua commissaria Kallas, dei capi (e cape) dei governi in Europa e del caravanserraglio sghembo di tutti i ministri degli esteri. Questi sono pura scenografia, stantia, ma cicaleggiano da leader rilasciando comunicati stampa che non pesano nemmeno come un’interferenza lontana. Sculettano da leader. Hanno ragione: mai visti dei campioni di rarefazione politica di tal guisa.

Buon martedì.

Foto di Jørgen Håland su Unsplash