Il governo italiano rivendica autonomia. In realtà la sua bussola resta a Washington

L’Italia sceglie ancora la linea della prudenza, che in diplomazia spesso è solo un altro nome per subalternità. A Parigi e Londra si è deciso di riconoscere la Palestina, assumendosi il rischio di incrinare i rapporti con Israele. Roma, invece, ha scelto la via condizionata: lo farà solo se Hamas scomparirà dalla scena. Una formula che ripete parola per parola l’impostazione di Washington, molto più che quella di Bruxelles.

La fregata inviata a sud di Creta per “soccorrere” la Flotilla sembra più un gesto simbolico che un atto politico. Un avvertimento a Gerusalemme, certo, ma calibrato con la cura di chi non vuole mai davvero rompere. Il messaggio è chiaro: l’Italia non intende seguire fino in fondo la scelta francese, né assumere il peso politico di un riconoscimento unilaterale. Preferisce muoversi sotto l’ombrello americano, anche a costo di apparire isolata nel Mediterraneo che pure la riguarda più di altri.

L’argomento usato da Giorgia Meloni – «prima la liberazione degli ostaggi» – suona come la clausola perfetta per rimandare sine die qualsiasi decisione. Una prudenza che non è neutrale: di fatto rafforza la linea di chi vuole congelare ogni ipotesi di Stato palestinese. Così Roma si ritrova a metà del guado, costretta a gestire piazze sempre più infuocate e la pressione di capitali europee che hanno già rotto gli indugi.

Il governo italiano rivendica autonomia. In realtà la sua bussola resta a Washington. E mentre il Mediterraneo brucia, l’Italia continua a guardare oltreoceano in attesa che qualcuno le dica da che parte stare.

Buon giovedì.