Dal dopoguerra Maria Luisa Bigiaretti ha reinventato la scuola elementare introducendo pratiche ispirate a Freinet e Rodari: il giornalino di classe, il teatro, la matematica per insiemi e molto altro.Nel centenario della nascita il suo insegnamento più attuale che mai

Il lavoro pedagogico, didattico laboratoriale della maestra Maria Luisa Bigiaretti (1925-2019) - di cui quest’anno ricorre anche il centenario dalla nascita, è un lavoro fatto sul campo, come lei stessa ha più volte detto. Un lavoro svolto quotidianamente nella classe, perché ogni bambino e bambina, di ogni generazione per ogni ciclo scolastico, porta con sé qualcosa di unico e completamente nuovo ed è importante sostenere il loro accrescimento creativo, non solo nozionistico. Gran parte della ricerca pedagogica educativa della maestra Bigiaretti viene da lei, sia acquisita che restituita, nello spazio e nel tempo dedicato alle sue classi - in un periodo che va dal dopoguerra a oltre gli anni Ottanta, anni decisivi di cambiamenti dove si varano i nuovi programmi della scuola elementare - ricordiamo i programmi Ermini del 1955, le diverse proposte e riforme degli anni successivi 60 e 70 dove la scuola si apre a cambiamenti più democratici. Nel 1974 ci furono i provvedimenti delegati sulla scuola. Nel 1985, con la ministra Franca Falcucci, si arrivò ai nuovi programmi per le elementari che misero al centro il “bambino della ragione” ispirandosi al cognitivismo e al costruttivismo di J. Bruner e H. Gardner (sono considerati gli ispiratori teorici del documento). La maestra Bigiaretti, pur non avendo un ruolo riconosciuto come psicologa, aveva da subito compreso che bisognava andare in un’altra direzione, il bambino doveva avere uno spazio di apprendimento favorevole, fondamentale era renderlo protagonista di ogni attività didattica e andava supportato creando le condizioni perché potesse sviluppare la propria creatività. Queste analisi e constatazioni arrivavano anche grazie alla sua attenzione all’attivismo e alla pedagogia popolare nello scambio reciproco con gli altri maestri e maestre del movimento di cooperazione

Questo articolo è riservato agli abbonati

Per continuare la lettura dell'articolo abbonati alla rivista
Se sei già abbonato effettua il login