La maggioranza di questo governo è una combriccola scassata tenuta insieme dalla recitazione bifronte di Giorgia Meloni che per ora ancora funziona

Nel giro di poche ore Matteo Salvini incassa due colpi. Ora sta lì, stordito all’angolo, anche se conoscendolo si può scommettere che sia convinto di avere vinto ai punti.

La Corte dei conti ha ripetuto per l’ennesima volta che il ponte sullo Stretto di Messina, quel ponte sullo Stretto di Messina, è un guazzabuglio da dilettanti. I problemi economici, strutturali e ambientali del progetto del MIT non sono un’invenzione dei comitati e dei cittadini che da mesi scendono in piazza (grazie!). Quel progetto è fatto male. Non sta in piedi, verrebbe da dire. Figuratevi il ponte che aveva in mente. Così, alla seconda bocciatura (l’altra era del 17 novembre), i soldi destinati al circo di propaganda del leader della Lega (780 milioni) vengono spostati al 2033. Tanti saluti da Messina.

Nel frattempo Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri del criminale Vladimir Putin, esprime la sua più ampia soddisfazione per avere in Italia un alleato come Salvini che non nasconde la sua irrefrenabile piaggeria per la Russia. L’imbarazzo è tale che perfino il leghista, presidente della Camera, Lorenzo Fontana decide di intervenire per smentire il suo segretario.

La maggioranza di questo governo è una combriccola scassata tenuta insieme dalla recitazione bifronte di Giorgia Meloni che per ora ancora funziona. Tajani è già stato congedato dai Berlusconi, anche se finge di non avere sentito. La Lega sfaldata attende il suo segretario sulla riva del fiume. Fratelli d’Italia è unita dall’abbuffata di prebende.

Basterebbe avere qualcosa di appena più credibile.

Buon mercoledì.