Avevano ragione i “poveri comunisti”. La ministra dell’Università aveva definito gli studenti di Medicina che la contestavano ad Atreju “inutili”. Quelli esasperati gridavano che il semestre filtro di medicina ideato dal governo fosse un pasticcio burocratico che rischia di fare perdere un anno di studi (e di progettazione della propria vita), sottolineando che le prove contenessero anche degli errori. “Inutili” e “poveri comunisti” sono state la risposta ufficiale del governo.
Poi la ministra ha detto che sì, c’erano due errori nella prova, spiegando che per tutti «nel caso della seconda domanda sbagliata, verrà riconosciuto un punto. Quindi nel compito di fisica si partirà da un punto. È vero, c’era un errore nel documento».
Infine, dal ministero sono trapelate voci che la ministra starebbe rivedendo il semestre filtro dopo l’incontro con il Consiglio nazionale degli studenti universitari (Cnsu), l’organo consultivo di rappresentanza degli studenti iscritti ai corsi di laurea, di specializzazione e di dottorato di ricerca delle università italiane, composto da 30 membri, che si è insediato qualche giorno fa. Al question time alla Camera Bernini spiega che «questa è una riforma che cammina con gli studenti» e «non vi erano certezze su quello che sarebbe accaduto e su quali sarebbero stati i risultati d’esame». Per questo, spiega la ministra, ci saranno dei «correttivi».
Par di capire quindi che i poveri comunisti avessero buone ragioni. Talmente buone da modificare le posizioni di una ministra che fino a pochi minuti prima li irrideva. Resta quindi una domanda: chi è inutile in tutta questa storia?
Buon giovedì.




