Il processo “Mafia Capitale” si è concluso oggi, in primo grado, con le pesanti condanne ai due imputati “eccellenti” Massimo Carminati e Salvatore Buzzi: a 20 anni di carcere per il primo e 19 per il secondo. L’accusa per entrambi è di associazioni a delinquere semplice. L’ex terrorista nero Carminati e Buzzi, capo della cooperativa di ex carcerati 29giugno, sono stati riconosciuti come i vertici dell’organizzazione fondata su un«ramificato sistema corruttivo» per l’assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici dal comune di Roma e dalle aziende municipalizzate. Ma è caduta l’accusa più pesante di associazione mafiosa, motivo per cui i pm avevano chiesto per Carminati una condanna a 28 anni di carcere e per Buzzi a 26 anni e 3 mesi.
La sentenza è arrivata intorno alle 13 di oggi dopo circa venti mesi di processo e centinaia di udienze, ed è stata pronunciata dalla presidente della X sezione del tribunale di Roma Rosanna Ianniello. Gli imputati in attesa di giudizio erano 46, in totale la Procura aveva chiesto condanne per oltre cinque secoli di prigione. Secondo l’impianto accusatorio, come ricorda l’Ansa, i vertici del gruppo potevano contare su una schiera di politici, sia di destra che di sinistra. Tra loro l’ex capogruppo del Pdl in Comune Luca Gramazio, che è stato condannato a 11 anni (erano stati chiesti 19 anni e mezzo). Per il presunto braccio destro di Carminati, Riccardo Brugia, la condanna è stata a 11 anni (chiesti 25 e 10 mesi); mentre il pm aveva chiesto una condanna a 22 anni per la cosiddetta “cerniera” tra Mafia Capitale e il mondo politico-istituzionale, Fabrizio Testa. Per lui la corte ha stabilito 11 anni di carcere. Un in più di quanto comminato a Franco Panzironi, l’ex amministratore delegato di Ama, la municipalizzata romana dei rifiuti.