[video width="1920" height="1080" mp4="https://left.it/wp-content/uploads/2017/08/video-ok.mp4"][/video] «Ieri la polizia mi ha picchiata davanti a mio figlio. Guardate cosa mi hanno fatto», dice una giovane rifugiata eritrea mostrando il braccio destro, su cui è visibile un'evidente contusione. «Ecco come hanno trattato una donna incinta - dice -  hanno usato manganelli e idranti, come se fossimo animali. Dove dormiremo adesso? Siamo in Italia da 10 anni e non abbiamo nessuna libertà. Dov'è la libertà?». Le storie di chi è stato sgomberato dal palazzo di via Curtatone a Roma e ha poi subìto le cariche della polizia ieri a piazza Indipendenza sono molte e sono state in parte raccontate questa mattina alla conferenza stampa che si è tenuta davanti al Municipio II. C'è chi ricorda le parole dei poliziotti di ieri: «ci hanno detto che dovevamo essere scacciati come i ratti». Durante le testimonianze vengono mostrate e tenute in alto le fotografie delle cariche di ieri mattina, la rabbia e la frustrazione sono visibili nei volti delle donne e degli uomini presenti. Sono poi intervenuti anche i vari portavoce delle associazioni umanitarie presenti. «Gli alloggi offerti a Rieti di cui tanto si è parlato erano del tutto inaccettabili, non solo per le stanze, in cui ad esempio non c'era una zona adibita per la cucina e per il numero insufficiente ad accogliere le famiglie intere, senza dividerli, ma anche per l'ubicazione. A Rieti ci sono persone che hanno perso la casa per il terremoto, è una realtà martoriata e  ospitare dei rifugiati avrebbe sicuramente creato malcontento e altro disordine sociale», ha spiegato un portavoce dei sindacati di base intervenuto durante la conferenza. In ogni caso, se davvero venissero trasferiti alcuni rifugiati nelle zone dove è ancora in corso l'assegnazione di appartamenti ai terremotati del 2016, è facile intuire la tensione che si verrebbe a creare. Con il rischio concreto di un'ennesima guerra tra poveri. E così, mentre la prefetta di Roma Paola Basilone in un'intervista al Corriere della Sera definisce le cariche della polizia di ieri un' «operazione di cleaning» perfettamente riuscita, l'assessora alle Politiche sociali Laura Baldassarre è all'estero e dichiara in un comunicato che «sugli sgomberi abbiamo fatto la nostra parte a 360 gradi» e la sindaca di Roma non ha fatto sapere nulla e non è intervenuta, anche stanotte si è dormito per strada. Si organizza intanto una manifestazione per sabato 26 agosto che parte alle 16 da piazza Esquilino.

«Ieri la polizia mi ha picchiata davanti a mio figlio. Guardate cosa mi hanno fatto», dice una giovane rifugiata eritrea mostrando il braccio destro, su cui è visibile un’evidente contusione. «Ecco come hanno trattato una donna incinta – dice –  hanno usato manganelli e idranti, come se fossimo animali. Dove dormiremo adesso? Siamo in Italia da 10 anni e non abbiamo nessuna libertà. Dov’è la libertà?».

Le storie di chi è stato sgomberato dal palazzo di via Curtatone a Roma e ha poi subìto le cariche della polizia ieri a piazza Indipendenza sono molte e sono state in parte raccontate questa mattina alla conferenza stampa che si è tenuta davanti al Municipio II. C’è chi ricorda le parole dei poliziotti di ieri: «ci hanno detto che dovevamo essere scacciati come i ratti». Durante le testimonianze vengono mostrate e tenute in alto le fotografie delle cariche di ieri mattina, la rabbia e la frustrazione sono visibili nei volti delle donne e degli uomini presenti.

Sono poi intervenuti anche i vari portavoce delle associazioni umanitarie presenti. «Gli alloggi offerti a Rieti di cui tanto si è parlato erano del tutto inaccettabili, non solo per le stanze, in cui ad esempio non c’era una zona adibita per la cucina e per il numero insufficiente ad accogliere le famiglie intere, senza dividerli, ma anche per l’ubicazione. A Rieti ci sono persone che hanno perso la casa per il terremoto, è una realtà martoriata e  ospitare dei rifugiati avrebbe sicuramente creato malcontento e altro disordine sociale», ha spiegato un portavoce dei sindacati di base intervenuto durante la conferenza. In ogni caso, se davvero venissero trasferiti alcuni rifugiati nelle zone dove è ancora in corso l’assegnazione di appartamenti ai terremotati del 2016, è facile intuire la tensione che si verrebbe a creare. Con il rischio concreto di un’ennesima guerra tra poveri.

E così, mentre la prefetta di Roma Paola Basilone in un’intervista al Corriere della Sera definisce le cariche della polizia di ieri un’ «operazione di cleaning» perfettamente riuscita, l’assessora alle Politiche sociali Laura Baldassarre è all’estero e dichiara in un comunicato che «sugli sgomberi abbiamo fatto la nostra parte a 360 gradi» e la sindaca di Roma non ha fatto sapere nulla e non è intervenuta, anche stanotte si è dormito per strada. Si organizza intanto una manifestazione per sabato 26 agosto che parte alle 16 da piazza Esquilino.