Non servono articolate analisi politiche. Basta leggere, ascoltare e avere memoria.
C’è l’attivista in prima fila che fiero sfodera il saluto romano (il video è qui) e tutto intorno i suo camerati di partito che se la prendono con i giornalisti.
Ci sono le frasi di Salvini. Ne bastano poche:
«La Lega al governo proporrà un progetto di legge per avere giudici eletti direttamente dal popolo. E chi sbaglia paga. E siccome siamo un movimento nato per la libertà, cancelleremo la legge Mancino e la legge Fiano. Le storie e la legge non si processano»
Oppure:
«Fanno il processo al ventennio mussoliniano – ha aggiunto – e poi si comportano come il regime nel 1925 che imbavagliava chi non la pensava come volevano”. Gli oppositori. Inoltre “quando andremo al governo, daremo mano libera a uomini e donne delle forze dell’ordine per darci pulizia e sicurezza».
E basterebbe tornare al 1994 quando Umberto Bossi, al tempo segretario, durante il congresso disse: “La Lega continua la lotta di liberazione partigiana, mai coi fascisti, mai”. Ecco cos’è cambiato: questa Lega è semplicemente una pozzanghera colata dallo sdoganamento di un fascismo di cui Salvini vorrebbe essere la faccia “moderata”. Vorrebbe fare politica ma è andato a prendersi quel putrido spazio a destra che era stato lasciato scoperto. Tutto qui.
Buon lunedì.