Mentre gli ultimi numeri dell’evasione fiscale, 111 miliardi, sfilano sui giornali, si rifà vivo l’economista che ha cercato di colpire a fondo questo fenomeno. E non a caso si intitola Colpevoli evasioni (Egea editore) il nuovo libro di Vincenzo Visco, tre volte ministro delle Finanze, ministro del Tesoro e autore vent’anni fa della grande riforma dell’amministrazione finanziaria.
Professor Visco, nel suo libro a proposito di “morale fiscale” sostiene che c’è una differenza tra il nostro Paese e gli altri. Perché?
Noi siamo un Paese che ha solo 150 anni di vita, dove il senso dello Stato non è mai stato particolarmente forte, dove il senso della comunità è carente, dove c’è un familismo più o meno amorale e un individualismo spinto e anche una sfiducia molto forte nelle classi dirigenti. Queste, a loro volta, sono sì emanazione di chi le elegge, ma tendono a perpetuarsi e sono sempre in grado di manipolare il consenso. E ci sono poi i problemi irrisolti: tra Nord e Sud, e tra le regioni più sviluppate del Nord e il governo centrale. C’è infine una morale lassista per cui l’evasione fiscale non viene considerata una cosa grave.
Quali sono i segnali più evidenti?
Una cartina al tornasole di tutto questo è la posizione dei Cinque stelle che sono legalitari, molto schierati contro la corruzione ma prudentissimi in materia fiscale. Invece è chiaro che malavita organizzata, corruzione ed evasione fiscale vanno di pari passo. Anzi, l’evasione fiscale c’è …
L’ex ministro delle Finanze denuncia la “prudenza” dell’ex premier: «Tanti annunci, pochi fatti. Interventi solo a metà e l'elusione depenalizzata».
Ma anche il M5s è contraddittorio: «Contro la corruzione ma non contro le illegalità fiscali». Il motivo? Paura di scontentare gli elettori