Cosa c’è di meglio che essere invitate da un uomo ad una manifestazione contro la violenza sulle donne?
Quest’anno per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne Non una di meno, Arci… hanno organizzato un lungo corteo che da piazza della Repubblica si è mosso verso piazza San Giovanni in una pacifica manifestazione contro la violenza, colorata dai volti sorridenti dei partecipanti e da centinaia di palloncini rosa. Verso le 14 in piazza della Repubblica, resa pedonale in un bel pomeriggio di novembre, le persone si guardavano incuriosite, cercando nella folla volti conosciuti e tentando di calcolare se la partecipazione dei cittadini ad una iniziativa tanto importante fosse stata in realtà un po’ tiepida. Dai camioncini pronti a partire per il corteo, venivano diffuse musiche, canzoni e parole chiare come “La prostituzione non è una libertà”. In alcuni angoli tanti musicisti, sempre in prima linea in eventi come questi, preparavano i loro strumenti, provando ritmi e melodie. Ma un altro ritmo, molto vivace, in un altro lato della piazza, non poteva sfuggire ad un occhio attento. Quello di un piccolo gruppo di persone che si esercitavano in italiano e Lis per gridare la loro protesta in un’allegra coreografia diretta da Giuditta Cambieri, nota attrice e regista teatrale legata alla comunità sorda italiana.
Questo semplice gruppo composto da professionisti sordi e udenti, giovani studenti attori, donne e uomini che conoscono la Lis, ha seguito tutto il corteo trovando posto di volta in volta tra Amnesty International, Non una di meno, e tutte le varie associazioni presenti alla manifestazione e le allegre bande di musicisti più che contenti di accompagnare con la loro musica la vivace protesta del gruppo di segnanti. Noi abbiamo intervistato due ragazzi di questo piccolo gruppo. Paolo Di Florio, ventisette anni, informatico. Perché sei qui oggi? “Perché oggi manifestiamo contro la violenza sulle donne e per me un’occasione come questa è un modo per protestare contro qualunque tipo di violenza”.
Contro la violenza visiobile invisibile che non passa attraverso atti fisici o parole ma che può colpire le persone perché è profondamente legata al pensiero e al vissuto interno che determina il comportamento di chi si relaziona con un altra persona. “è un’espressione che mi piace- commenta – perché dice molto bene quello che intendo quando penso alla violenza in generale, la violenza che non si vede”.
Hai fatto molte foto oggi, è stato un modo per partecipare alla manifestazione?
“Sì, mi sono mosso al ritmo del corteo cercando attraverso le immagini che riuscivo a catturare di vedere come potevamo apparire agli occhi di chi ci guardava da lontano, per esempio le persone affacciate ai balconi. Mi sono chiesto perché non scendessero a manifestare con noi. Per me invece è stato proprio questo il lato più bello della nostra protesta: il fatto di manifestare tutti insieme, e non come singoli o gruppi divisi”.
Un altro ragazzo, Andrea Giuliani trentasette anni, impiegato, ha accettato di rispondere alle nostre domande. Qual è stata la cosa più importante per te oggi? “Il fatto di poter manifestare accanto alle donne contro la violenza di cui sono vittime. Venendo la manifestazione infatti pensavo a quanto ormai in alcune situazioni sembra quasi che si voglia associare l’essere uomo all’essere violento. Come se ogni uomo si dovesse sentire responsabile della violenza fatta da altri sulle donne come se gli appartenesse. È vero che io non potrò capire esattamente i pensieri delle mie sorelle, delle mie cugine o delle donne in generale ma non mi sognerei mai di sviluppare per questo una violenza nei loro confronti. Per questo è stato importante per me partecipare oggi, perché sono consapevole della bellezza di manifestare insieme, perché camminando sentivo sciogliersi in me una tristezza profonda e la vergogna malamente imposta di cui parlavo. Non bisogna sopportare la violenza ma rifiutarla.
È stato bello seguire questo piccolo gruppo di persone e vederle trasformare una protesta partecipata in un’occasione di incontro e festa. Bello vedere gli occhi delle persone accendersi incuriosite di fronte al movimento del piccolo gruppo impegnato a segnare e gridare contro la violenza sulle donne”. Pensi sia stato importante mostrare a tutti la Lis in questa occasione abbiamo chiesto a Paolo di Florio, Andrea Giuliani.
“Sì, ma per me è stato più importante protestare a fianco di tutte le donne, sorde e udenti”.
Memori dell’intramontabile film Figli di un dio minore, che univa proprio la bellissima storia d’amore tra un uomo e una donna al racconto della coesistenza di due lingue e due punti di vista in Lis e in italiano raccontiamo la battaglia di uomini e donne insieme contro la violenza. Uguali e diversi.
“Segno l’amore, segno il rispetto, segno la fiducia, urlo con la voce, urlo con le mani, urlo con il cuore, urlo con forza, basta violenza, basta violenza.”
Cosa c'è di meglio che essere invitate da un uomo ad una manifestazione contro la violenza sulle donne?
Quest'anno per la giornata internazionale contro la violenza sulle donne Non una di meno, Arci... hanno organizzato un lungo corteo che da piazza della Repubblica si è mosso verso piazza San Giovanni in una pacifica manifestazione contro la violenza, colorata dai volti sorridenti dei partecipanti e da centinaia di palloncini rosa. Verso le 14 in piazza della Repubblica, resa pedonale in un bel pomeriggio di novembre, le persone si guardavano incuriosite, cercando nella folla volti conosciuti e tentando di calcolare se la partecipazione dei cittadini ad una iniziativa tanto importante fosse stata in realtà un po' tiepida. Dai camioncini pronti a partire per il corteo, venivano diffuse musiche, canzoni e parole chiare come “La prostituzione non è una libertà”. In alcuni angoli tanti musicisti, sempre in prima linea in eventi come questi, preparavano i loro strumenti, provando ritmi e melodie. Ma un altro ritmo, molto vivace, in un altro lato della piazza, non poteva sfuggire ad un occhio attento. Quello di un piccolo gruppo di persone che si esercitavano in italiano e Lis per gridare la loro protesta in un'allegra coreografia diretta da Giuditta Cambieri, nota attrice e regista teatrale legata alla comunità sorda italiana.
Questo semplice gruppo composto da professionisti sordi e udenti, giovani studenti attori, donne e uomini che conoscono la Lis, ha seguito tutto il corteo trovando posto di volta in volta tra Amnesty International, Non una di meno, e tutte le varie associazioni presenti alla manifestazione e le allegre bande di musicisti più che contenti di accompagnare con la loro musica la vivace protesta del gruppo di segnanti. Noi abbiamo intervistato due ragazzi di questo piccolo gruppo. Paolo Di Florio, ventisette anni, informatico. Perché sei qui oggi? "Perché oggi manifestiamo contro la violenza sulle donne e per me un'occasione come questa è un modo per protestare contro qualunque tipo di violenza".
Contro la violenza visiobile invisibile che non passa attraverso atti fisici o parole ma che può colpire le persone perché è profondamente legata al pensiero e al vissuto interno che determina il comportamento di chi si relaziona con un altra persona. "è un'espressione che mi piace- commenta - perché dice molto bene quello che intendo quando penso alla violenza in generale, la violenza che non si vede".
Hai fatto molte foto oggi, è stato un modo per partecipare alla manifestazione?
"Sì, mi sono mosso al ritmo del corteo cercando attraverso le immagini che riuscivo a catturare di vedere come potevamo apparire agli occhi di chi ci guardava da lontano, per esempio le persone affacciate ai balconi. Mi sono chiesto perché non scendessero a manifestare con noi. Per me invece è stato proprio questo il lato più bello della nostra protesta: il fatto di manifestare tutti insieme, e non come singoli o gruppi divisi".
Un altro ragazzo, Andrea Giuliani trentasette anni, impiegato, ha accettato di rispondere alle nostre domande. Qual è stata la cosa più importante per te oggi? "Il fatto di poter manifestare accanto alle donne contro la violenza di cui sono vittime. Venendo la manifestazione infatti pensavo a quanto ormai in alcune situazioni sembra quasi che si voglia associare l'essere uomo all'essere violento. Come se ogni uomo si dovesse sentire responsabile della violenza fatta da altri sulle donne come se gli appartenesse. È vero che io non potrò capire esattamente i pensieri delle mie sorelle, delle mie cugine o delle donne in generale ma non mi sognerei mai di sviluppare per questo una violenza nei loro confronti. Per questo è stato importante per me partecipare oggi, perché sono consapevole della bellezza di manifestare insieme, perché camminando sentivo sciogliersi in me una tristezza profonda e la vergogna malamente imposta di cui parlavo. Non bisogna sopportare la violenza ma rifiutarla.
È stato bello seguire questo piccolo gruppo di persone e vederle trasformare una protesta partecipata in un'occasione di incontro e festa. Bello vedere gli occhi delle persone accendersi incuriosite di fronte al movimento del piccolo gruppo impegnato a segnare e gridare contro la violenza sulle donne". Pensi sia stato importante mostrare a tutti la Lis in questa occasione abbiamo chiesto a Paolo di Florio, Andrea Giuliani.
"Sì, ma per me è stato più importante protestare a fianco di tutte le donne, sorde e udenti".
Memori dell'intramontabile film Figli di un dio minore, che univa proprio la bellissima storia d'amore tra un uomo e una donna al racconto della coesistenza di due lingue e due punti di vista in Lis e in italiano raccontiamo la battaglia di uomini e donne insieme contro la violenza. Uguali e diversi.
"Segno l'amore, segno il rispetto, segno la fiducia, urlo con la voce, urlo con le mani, urlo con il cuore, urlo con forza, basta violenza, basta violenza."