Avrebbe dovuto essere il “grande mediatore” in grado di ricucire i rapporti tra il Partito democratico e le diverse anime a sinistra e invece Piero Fassino si porta a casa una “coalizione” spelacchiata che assomiglia terribilmente alle tante liste civetta che fino alle prossime elezioni spunteranno un po’ dappertutto. Ieri è stata presentata la lista “Insieme” (con tanto di simbolo di ulivista memoria) che comprende i Verdi, il Psi di Riccardo Nencini, l’ex ministro Giulio Santagata, vicino a Romano Prodi, e probabilmente qualche esponente ex di Sel (si sussurra il nome di Dario Stefàno).
Una lista che, bisogna dirlo, riesce a lasciare addirittura perplesso uno come Tabacci, storicamente sempre forte di stomaco, che con il suo partito (?!) Centro democratico ha deciso all’unanimità di non prenderne parte. Il deputato Capelli (che di Tabacci è il braccio destro, nell’enorme galassia della sua formazione politica) ha detto che il vero problema è Renzi: «Nulla di personale ma anche alla luce delle sue ultime dichiarazioni, “prenderemo oltre il 30 per cento, saremo il primo gruppo in Parlamento”, sembra di risentire il Berlusconi del 2011 che diceva che tutto andava bene e che la crisi non c’era perché i ristoranti erano tutti pieni».
Sparito Campo progressista di Giuliano Pisapia. Addirittura “perplesso” Casini. Qualcuno lancia l’idea di una “lista civica Gentiloni” (cosa c’è di più civico di un presidente del Consiglio, del resto).
Avanti così.
Buon venerdì.