Firenze città aperta. E antirazzista. È stata una manifestazione pacifica e colorata, piena di cori, abbracci e umanità, quella che si è tenuta oggi pomeriggio lungo le strade del capoluogo toscano per per ricordare Idy Diene, il cittadino senegalese ucciso lunedì 5 marzo sul ponte Vespucci, di cui è stata confermata la matrice razzista dell’omicidio, per mano del tipografo in pensione Roberto Pirrone. Circa 15mila persone, tra uomini, donne e bambini, italiani e senegalesi insieme, hanno dissipato con la loro presenza le nubi nere del razzismo che nei giorni scorsi si erano addensate sopra Firenze. “Ha vinto l’umanità” ha detto la presidente dell’associazione dei senegalesi fiorentini, Diye Ndyaie.
Il momento più toccante è stato quello della preghiera collettiva sul luogo dell’omicidio, dove l’imam della comunità locale, Izzeddin Elzir, ha intonato un canto per Idy. E poi cartelli, striscioni dei ragazzi delle scuole e dell’università, magliette colorate, bandiere italiane con al centro un cuore con i colori del Senegal. Al posto della musica, il coro ritmato “Basta razzismo” scandito per tutto il lunghissimo corteo, partito da piazza Santa Maria Novella fino a ponte Vespucci, là dove è stato commesso l’omicidio razzista. Ed era proprio questo che oggi Firenze, la città medaglia d’oro della Resistenza e la città aperta del Social Forum Europeo del 2002, doveva dimostrare, soprattutto a se stessa. E la risposta per fortuna c’è stata. Basta polemiche, basta insinuazioni, la città ha risposto compatta, solidale, umana. Oggi a sfilare c’era la città che non vuole che si parli delle fioriere rotte, e di arredo urbano graffiato, che non vuole morti ammazzati per il razzismo, neanche di quel razzismo “pre politico” come lo ha definito qualcuno, e forse per quello ancora più pericoloso.
Il sindaco Dario Nardella ha confermato che nei giorni del funerali in Senegal di Idy Diene sarà tenuta a Firenze una cerimonia commemorativa e sarà indetto il lutto cittadino, e il Comune si farà carico delle spese legali per il rito funebre di Idy “il saggio”, come era chiamato dai suoi.
Una saggezza dimostrata da tutti i manifestanti, dopo le polemiche e le contestazioni dei giorni scorsi al sindaco per un suo tweet di dubbio gusto nel giorno dell’uccisione del cittadino senegalese, e per la mancata concessione del lutto cittadino mentre la città si stringeva nel dolore per il giovane capitano della Fiorentina Davide Astori, ai funerali in Santa Croce. Oggi per le strade a Firenze c’era la città che non vuole che ci siano morti di serie A e morti di serie Z.