«C'è una bomba a orologeria innescata sotto il ghiaccio nel Nord del pianeta e il cambiamento climatico lo sta sciogliendo». Tra i richiami alle battaglie per il suo programma di sanità pubblica, per un equo salario ai lavoratori sfruttati di Amazon, o tra gli appelli contro le politiche restrittive di Trump sull’immigrazione, nella pagina Facebook ufficiale del senatore democratico Bernie Sanders spicca un video in cui due persone provocano un'improvvisa fiammata sulla superficie ghiacciata di un terreno in Alaska, semplicemente perforandola, e aprendo la fiamma di un accendino.
«Come è possibile?», si legge nei sottotitoli che scorrono sul video: «Perché sotto il permafrost c'è il metano». Il permafrost è il terreno perennemente gelato delle zone di tundra artica, soggetto a disgelo superficiale estivo, e che invece rimane ghiacciato per molti metri in profondità. Adesso però il riscaldamento globale che sta sciogliendo l’Artico, incide anche sul permafrost a latitudini lievemente inferiori. Ed è una pessima notizia, perché il metano riscalda l’atmosfera ad una velocità 86 volte maggiore dell’anidride carbonica e, intrappolato nel permafrost, ce n’è una quantità assai maggiore che tutta l’anidride carbonica presente nell'atmosfera terrestre. Questo metano potrebbe accelerare notevolmente l’effetto serra e il riscaldamento del pianeta. Si stima un impatto, entro la fine del secolo, pari a quello della somma di tutte le attività umane fino ad oggi. E il fenomeno è già in corso.
Il video postato da Bernie Sanders è prodotto da The Years Project, un progetto realizzato in collaborazione, tra gli altri, con National Geographic, per informare, sensibilizzare sui rischi climatici, e dare forza a tutti i possibili interventi diretti allo scopo di un consumo sostenibile di risorse, non solo energetiche.
Mentre dunque si conferma, da un lato, la tradizionale vicinanza di National Geographic alle cause democratiche, negli ultimi decenni, e mentre il tema del cambiamento climatico e della sicurezza ambientale si conferma un caposaldo delle campagne democratiche dell’ultimo ventennio, da Gore a Sanders appunto, passando per Obama, il tempo ci dirà se questo tema saprà amalgamarsi coerentemente con gli altri della campagna di Sanders verso le prossime presidenziali. Contribuendo possibilmente ad aumentare quel consenso che, ora come ora, lo “sdoganamento” in salsa americana della parola socialista - con annesso l’impegno a dare voce all’America del 99% dei meno garantiti, contro l’1% di super-garantiti - sembra gli stiano procurando almeno in una certa misura.
[video width="1080" height="1080" mp4="https://left.it/wp-content/uploads/2018/08/Sanders.mp4"][/video]«C’è una bomba a orologeria innescata sotto il ghiaccio nel Nord del pianeta e il cambiamento climatico lo sta sciogliendo». Tra i richiami alle battaglie per il suo programma di sanità pubblica, per un equo salario ai lavoratori sfruttati di Amazon, o tra gli appelli contro le politiche restrittive di Trump sull’immigrazione, nella pagina Facebook ufficiale del senatore democratico Bernie Sanders spicca un video in cui due persone provocano un’improvvisa fiammata sulla superficie ghiacciata di un terreno in Alaska, semplicemente perforandola, e aprendo la fiamma di un accendino.
«Come è possibile?», si legge nei sottotitoli che scorrono sul video: «Perché sotto il permafrost c’è il metano». Il permafrost è il terreno perennemente gelato delle zone di tundra artica, soggetto a disgelo superficiale estivo, e che invece rimane ghiacciato per molti metri in profondità. Adesso però il riscaldamento globale che sta sciogliendo l’Artico, incide anche sul permafrost a latitudini lievemente inferiori. Ed è una pessima notizia, perché il metano riscalda l’atmosfera ad una velocità 86 volte maggiore dell’anidride carbonica e, intrappolato nel permafrost, ce n’è una quantità assai maggiore che tutta l’anidride carbonica presente nell’atmosfera terrestre. Questo metano potrebbe accelerare notevolmente l’effetto serra e il riscaldamento del pianeta. Si stima un impatto, entro la fine del secolo, pari a quello della somma di tutte le attività umane fino ad oggi. E il fenomeno è già in corso.
Il video postato da Bernie Sanders è prodotto da The Years Project, un progetto realizzato in collaborazione, tra gli altri, con National Geographic, per informare, sensibilizzare sui rischi climatici, e dare forza a tutti i possibili interventi diretti allo scopo di un consumo sostenibile di risorse, non solo energetiche.
Mentre dunque si conferma, da un lato, la tradizionale vicinanza di National Geographic alle cause democratiche, negli ultimi decenni, e mentre il tema del cambiamento climatico e della sicurezza ambientale si conferma un caposaldo delle campagne democratiche dell’ultimo ventennio, da Gore a Sanders appunto, passando per Obama, il tempo ci dirà se questo tema saprà amalgamarsi coerentemente con gli altri della campagna di Sanders verso le prossime presidenziali. Contribuendo possibilmente ad aumentare quel consenso che, ora come ora, lo “sdoganamento” in salsa americana della parola socialista – con annesso l’impegno a dare voce all’America del 99% dei meno garantiti, contro l’1% di super-garantiti – sembra gli stiano procurando almeno in una certa misura.