«Apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno» urlava Beppe Grillo. Bel personaggio, Beppe, per quelli che si ritrovano a lavorare sui palchi: è un comico che è stato preso sul serio, il che la dice lunga sullo stato della nostra classe dirigente (perché dovrebbe essere questa la riflessione, più che il divertimento di offendere banalmente Grillo) che ancora oggi continua a essere più comica dei comici che prova a sbertucciare e intanto quelli risultano più credibili.
Però la scatoletta di tonno mi è tornata in mente per una notizia di cronaca che arriva direttamente da Viterbo ma sembra scritta da Gianni Rodari per i suoi contenuti, per la morale e per tutte le sfaccettature. Un cittadino viterbese viene fermato a un normale controllo della polizia. Ha una mano sanguinante. I poliziotti (bontà loro) gli chiedono cosa sia quella ferita. Il guidatore ci pensa. Elabora. E poi racconta di essere stato accoltellato da un extracomunitario. Una storia perfetta. Degna dell’ennesimo tweet a forma di sputo di quel gradasso che da ministro dell’inferno rovista come un rom nei cassonetti della cronaca locale per un paio di voti in più.
I poliziotti però indagano (bontà loro) e scoprono che non è vero niente: l’italiano viterbese (prima i viterbesi!) si era tagliato con una semplice scatoletta di tonno. Nessun eroismo nella manona sanguinante ma un semplice lamierino. E allora perché inventarsi la storiaccia del negraccio con un coltellaccio? Presto detto: il viterbese dal sangue italico aveva un’alta concentrazione di vino e per distogliere le forze dell’ordine dal problema reale ha pensato bene di cavalcare un’emergenza nazionale.
È una frottola? Sì. Ma è una cavolata, potrebbe fare notare qualcuno. Sì, ma funziona. Ci si diventa ministri. Con l’appoggio (per uno scherzo del destino) proprio di quelli che volevano aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno. Il comico, intanto, non so se l’avete notato, nel suo blog è diventato serissimo: anche la comicità alla fine ormai è mainstream.
Buon mercoledì.