Le sarde in saor di cui sono così fieri i veneti sono descritte in una ricetta del 1226 Muhammad bin al-Hasan bin Muhammad bin al-Karīm al-Baghdadi, noto come al-Baghdadi che (a Baghdad) scrisse il suo libro Kitab al-Tabīh (Il libro dei piatti) che è sopravvissuto in un’unica copia.
Gli agrumi arrivano dall’Oriente. Anche se i Romani conoscevano già il limone, la loro grande diffusione nel Mediterraneo, dove hanno trovato condizioni climatiche favorevoli al loro sviluppo, si deve all’espansione araba verso l’occidente a partire dal 1100.
Gli struffoli napoletani derivano dai basyniasa, dolcetti dell’Antica Grecia a base di uova, miele e noci.
Il mondo classico mediterraneo invece conobbe il riso orientale solo dopo la conquista dell’Asia da parte di Alessandro Magno. Teofrasto, contemporaneo di Alessandro, descrisse il riso nel suo trattato sulla storia delle piante. Ne parlò come di un cereale che cresceva in acqua per lungo tempo e i cui semi erano particolarmente idonei ad essere bolliti per soddisfare le esigenze alimentari dei popoli dell’Asia. E infatti non si mangiava mica qui, il riso, ma era usato come unguento medicamentoso.
I fagioli arrivano dal vicino Oriente. La birra o dalla Mesopotamia o dall’Egitto. La prima olivicultura si sviluppa in Palestina, in Siria e a Creta, luoghi d’origine delle più antiche civiltà. Relazioni di Plinio nel suo Naturalis historia testimoniano l’importazione del noce in Europa da parte dei greci tra il VII e il V secolo a.C. dall’Asia minore. La carota dovrebbe arrivare dall’Estremo Oriente. Il basilico è originario dell’Asia tropicale, fu coltivato inizialmente in Iran o in India e giunse attraverso il Medio Oriente in Europa.
Si potrebbe continuare all’infinito, solo per dimostrare la miseria culturale (oltre che politica) dei sovranisti di casa nostra che insieme al presepe ogni anno trovano un buco per sparare qualche castroneria sul cibo. L’ultima in ordine di tempo è la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni che si è infuriata per l’inserimento del cous cous in una mensa scolastica a Peschiera Borromeo a suo dire con grave sfregio del maiale che è stato invece derubricato. In realtà chi di dovere ha già spiegato che la lonza di maiale è stata sostituita perché troppo dura e perché veniva spesso avanzata dai bambini in mensa ma i sovranisti, si sa, hanno una propaganda talmente solida che riuscirebbero a fare (anzi, lo fanno) un comizio anche su un osso di pollo. E infatti la stessa Meloni qualche giorno fa invitava a mangiare solo mele italiane, fiera della propria ignoranza.
Se non ci fosse di mezzo un Paese intero questi meriterebbero di vivere in un mondo come quello che auspicano solo per un pugno di voti. Sarebbero a pane e acqua, scrivendo segni con legnetti sull’argilla, a battersi il petto per ripetersi con suoni gutturali quanto sono stati bravi. Anzi no, senza egiziani non avrebbero nemmeno il lievito per il pane.
Per questo temono la cultura: non lo sanno ma probabilmente lo sentono che anche quella avanza solo grazie alle contaminazioni. E per quello ogni volta che aprono bocca sembrano fuori dal tempo: perché sono fuori dal tempo.
A proposito: il cous cous può essere considerato di diritto un piatto siciliano, con un gran bel festival a San Vito Lo Capo e sapete come lo chiamano da quelle parti? «Piatto della pace e dell’integrazione».
Buon mercoledì.