Sì, è vero, ancora una volta ci sono due navi in mezzo al mare, per l’esattezza le navi Sea-Watch e Sea-Eye, che hanno raccolto 49 persone (tra cui quattro bambini e almeno sei donne) e che da giorni stanno in balìa delle onde con i viveri che scarseggiano e con il freddo che ovviamente arriva.
Pensateci, sembra una storia vecchia ormai quella di qualche disperato, stremato dalla fame e sfinito dal freddo, che fugge dalle torture libiche e si ritrova rimbalzato dall’Europa, alla deriva. E anche il fatto che tutto venga vissuto come un già visto e quindi meritevole di minor indignazione e più tenue considerazione è un abisso di ferocia: abituarsi alla sofferenza altrui, disimparare l’empatia e farsi venire a noia l’orrore solo perché si ripete, ci rende colpevoli. Ancora di più.
Questi 49 non li vuole nessuno. Nessuno. Attenti, non stiamo parlando solo del truce ministro dell’Interno Matteo Salvini (che con una barca di migranti in mezzo al mare prova più soddisfazione che con un pane e nutella o qualche gnocco al ragù), non li vuole il liberale Macron, non li vuole Malta, non li vogliono gli olandesi e non li vuole nemmeno il socialista Sanchez. È l’Europa che si sbriciola, ancora, dopo essersi professata frontiere aperte sulla libera circolazione di tossici capitali finanziari e che invece diventa fortezza quando si tratta di diritti e di bisogni. Anche questa è una scena già vista.
E non è tutto, no: un continente di 500 milioni di persone che teme 49 poveracci è la fotografia perfetta del pessimo stato della pietà umana, proprio nel continente che si professa cristiano non senza un certo senso di superiorità. Significa fare carta straccia non solo della Costituzione italiana ma soprattutto delle Convenzioni internazionali sul diritto del mare e sulla protezione dei rifugiati, quelle stesse che l’Europa sventola come certificato di superiorità giuridica. È un calpestamento del diritto. Per intendersi. Un’illegalità diffusa e tollerata.
Tutto qui? No. In realtà ci sono già città che si sono fatte avanti per accogliere quegli uomini in mare: sono trenta città tedesche (Berlino, Amburgo, Brema, le principali) che hanno già dichiarato la propria disponibilità. “Se li prendano loro!” urlacciano i sovranisti impastati nella loro bava. Peccato che la Germania non abbia porti nel Mediterraneo e che proprio per questo impedire lo sbarco (con una soluzione già a portata di mano) è ancora più incivile.
A proposito di porti chiusi poi ci sarebbe da sottolineare per l’ennesima volta che, nonostante i tweet festanti dell’ingordo vicepremier leghista, la decisione spetterebbe al ministro Toninelli. Toninelli invece tace, con tutto il suo partito pentastellato al seguito. E chissà se davvero i biliosi hanno compreso che gli sbarchi in realtà continuano sulle nostre coste nonostante la propaganda: lo scorso novembre il sindaco di Lampedusa (che è della parte di quelli che governano) ha detto: “facendo un calcolo sommario direi che negli ultimi cinque mesi sono arrivate più di tremila persone”. Solo a Lampedusa, sia chiaro.
Torna in mente la famosa poesia di Primo Levi:
«…Meditate che questo è stato:/ vi comando queste parole./ Scolpitele nel vostro cuore/ stando in casa andando per via,/ coricandovi, alzandovi;/ ripetetele ai vostri figli. /O vi si sfaccia la casa,/ la malattia vi impedisca,/ i vostri nati torcano il viso da voi»
Buon giovedì.