Dal 2 all’8 maggio presso il Cinema Farnese di Roma a Campo de’ Fiori si svolgerà il Festival del cinema spagnolo, manifestazione dedicata al cinema spagnolo e latinoamericano. Come già per Rendez-vous, Festival del cinema francese, conclusosi recentemente, anche questo evento sarà itinerante e toccherà alcune città d’Italia, a partire da Treviso e dal Salone del libro di Torino – dedicato quest’anno proprio alla lingua spagnola – per proseguire a Trento, Senigallia, Campobasso, Napoli, Messina, Verona, Genova, Matera, Padova, Trieste, Perugia, Bergamo, Cagliari, Bari, Bologna, Milano e Reggio Calabria.
Un appuntamento immancabile, ormai alla sua dodicesima edizione, rivolto da sempre ad un pubblico partecipe, amante dei film in lingua originale, capace di lasciarsi coinvolgere da discorsi culturali di spessore internazionale, curioso e disponibile al confronto con gli artisti, che interverranno numerosi in occasione delle proiezioni. Varietà di generi e di tematiche: la grande storia e le contraddizioni sociali, le dittature latino-americane degli anni Settanta e Ottanta ed i diritti LGBT, i rapporti affettivi e i legami familiari, l’urgenza di vita e la trasfigurazione grottesca della morte; opere prime e seconde; molte e graditissime le registe donne.
L’inaugurazione giovedì 2 maggio alle ore 21, con l’anteprima italiana di Yuli, ritratto della vita di Carlos Acosta, stella della danza cubana, di Icíar Bollaín (Te doy mis ojos; También la lluvia; El olivo), alla presenza della stessa regista.
Molti gli spunti su cui riflettere e i film a cui prestare attenzione:
Alberto-García Alix: La Línea De Sombra, esordio di Nicolás Combarro, su uno dei più importanti fotografi del panorama artistico europeo, testimone e anima della Movida madrilena; Carmen y Lola, (nella foto) sul mondo dei gitani nei sobborghi di Madrid, vincitore di due Premi Goya come miglior opera prima e come miglior attrice non protagonista (Carolina Yuste) della regista Arantxa Echeverria; Muchos Hijos, Un Mono Y Un Castillo, Premio Goya 2018 come miglior documentario, di Gustavo Salmeron. Folle e divertente ritratto di una donna, una madre debordante, personaggio eccentrico, spregiudicato, sanguigno e lunare al tempo stesso, che irride la morte e il declino del corpo; El reino, thriller ad alta tensione che racconta il tema della corruzione nelle alte sfere della politica spagnola. E tra gli eventi speciali La noche de 12 años, di Alvaro Brechner, un film lacerante e straordinario, assolutamente da non perdere, uno dei capolavori del cinema civile degli ultimi anni, potente nell’impatto emotivo e suggestivo nell’impianto visivo, omaggio a Pepe Mujica (martedì 7 maggio ore 20:15), ex militante Tupamaro divenuto Presidente dell’Uruguay.
Chiude l’edizione romana mercoledì 8 maggio alle ore 21:30, Goodbye Ringo, film di Pere Marzo, che ripercorre l’epoca dorata degli Spaghetti Western, quando i paesaggi della Spagna divennero lo scenario privilegiato per ricreare la magia del Far West americano. Premiato a Sitges 2018 come miglior documentario, si avvale della voce narrante del regista Enzo G. Castellari e l’archivio storico dell’Istituto Luce. L’evento, dedicato alla memoria di Giorgio Capitani, sarà moderato da Marco Giusti, e vedrà la presenza dello stesso regista, di Enzo G. Castellari e di Romolo Guerrieri.
L’immagine ufficiale del festival (nella foto) è opera di Esteban Villalta Marzi, artista italo-spagnolo di fama internazionale che negli anni Ottanta diventa un membro attivo del movimento artistico “Movida Madrilena”, confermandosi come uno dei maggiori esponenti della Pop Art europea.
Il festival, organizzato e curato da Exit Media riceve il sostegno dell’Ambasciata di Spagna in Italia, la Regione Lazio, AC/E (il corrispondente spagnolo del Mibact), la Reale Accademia di Spagna a Roma e l’Istituto Cervantes, e come di consueto la Rai come media partner.
Tutte le proiezioni del Festival del cinema spagnolo sono in versione originale con sottotitoli in italiano.
Il programma completo della rassegna al cinema Farnese qui