Lo scrittore Andrea Camilleri sta male, è in rianimazione, con i suoi 93 anni sulle spalle e una vita in cui non si è risparmiato. In un Paese normale uno scrittore, soprattutto uno che ha dato molto anche alla crescita della cultura popolare grazie alla televisione, sarebbe seguito nel suo dramma con un po’ di riconoscenza o almeno un po’ di rispettoso silenzio.
E invece niente. No. Nell’imbruttimento generale di questo Paese, dove la politica è diventata vuota ma solidissima per essere usata come randello contro l’avversario di turno, anche un Camilleri diventa un ottimo bersaglio per vomitare bile e violenza verbale. Roba impensabile fino a qualche anno fa e diventata terribilmente normale in quest’epoca in cui il cattivismo è diventato il pane di tutti i giorni.
Per citare solo qualche esempio, sulla pagina Facebook de Il Giornale ecco il tenore di alcuni commenti:
“Hai parlato male di Salvini sei stato castigato!”
“Strilla troppo contro Salvini e alla fine paga! Devi stare più tranquillo”
“Alla Lega servono ulteriori consensi! Forza Camilleri! Non mollare!”
“Gli auguro 1.000 volte quello che ha augurato a Salvini. Camilleri, nulla di personale…”
“Chi semina odio ha quello che si merita. Il silenzio è oro e lui doveva stare zitto e non prendere le difese verso chi non ha il diritto di stare nel nostro Paese”
“Talmente tanto odio contro Salvini che gli è venuto un infarto. Questi sono quelli che cantano peace & love”
“Ma va a morir ammazzato stronzone malaugurate, il destino ha voluto, così chi disprezza gli altri, nulla avrà, hai visto cosa ti è capitato, la prossima volta, se ci sarà la prossima volta, state zitto così campi di più, Un consiglio da figlio.”
“Vomita oggi, vomita domani, ecco il risultato” e una faccina sorridente.
Ecco. Un Paese così.
Buon martedì.