Proviamo con calma a ricapitolare, cercare di capirsi, non scendere nei gironi dell’isteria generale che vorrebbero rivenderci come politica e tentiamo di dividere il grano dalla pula per riconoscere la differenza tra le azioni e le dimostrazioni.
Ieri il ministro dell’interno Matteo Salvini aveva una giornata libera (da comizi, eh, beninteso) e ha pensato bene di andare a Bibbiano. Fin qui non ci sarebbe nulla di male se il ministro avesse deciso di provare a toccare con mano la situazione confrontandosi con le autorità locali, con le associazioni e tutto il resto. E invece no. Niente di tutto questo. Salvini è andato a Bibbiano a fare un comizio. Proprio così. Come quelli che si vestono eleganti per farsi fotografare alla camera ardente di qualche vip fresco defunto.
Allora ho pensato che volesse darci qualche informazione, dire qualcosa di concreto. E invece no. Mi sbagliavo anche in questo caso. Troppo ottimismo. Salvini ha comiziato come suo solito dicendo che era lì da ministro e da padre. Perché essere padre dovrebbe essere garanzia di credibilità me lo continuo a chiedere da quando il ministro ha cominciato a usare questa forma: Totò Riina era padre, per dire. E quindi?
Quindi ci ha detto che i colpevoli devono pagare doppio, che detta così sembra proprio una bella frase, di uno che si è incazzato davvero. Ma poi, se ci si pensa per un secondo, viene da chiedersi: doppio di cosa? Delle pene stabilite dalla giustizia e quindi comminando una pena che non rispetti la legge? Non credo. Forse voleva dirci che ha pronta una proposta di legge per aumentare le pene che riguardano i reati sui minori? No, figurati. Avrebbe dovuto lavorare, scriverla, illustrarla. Troppa fatica. Quindi una frase senza nessun senso compiuto, a ben vedere.
Se invece ha intenzione di formare una commissione d’inchiesta sulle case famiglia (che per carità male non fa) allora dovrebbe spiegarci perché non sia rimasto nel suo ufficio per pensare alle finalità e alle modalità di questa eventuale commissione in modo da spiegarci minuziosamente come la vorrebbe fare. Spiegare, lavorare: fare politica, insomma.
E invece niente. Semplicemente Bibbiano è il luogo dove ci si garantisce presenza di giornalisti. Tutto qui. Tanto per occupare un po’ di spazio sui giornali.
E pensare che il ministro dell’interno invece dovrebbe spiegarci, in termini di sicurezza che è la sua materia, cosa sia successo l’altro ieri a Firenze che ha bloccato la circolazione ferroviaria e spaccato in due l’Italia. Ma, dico, ve lo vedete Salvini fare il suo lavoro di fianco a un traliccio? Meglio Bibbiano, ovviamente.
Buon mercoledì.