Venti morti e quasi una trentina di feriti. Sono i numeri della strage a El Paso, quella su cui aprono tutti i giornali. Ed ogni volta noi qui a raccontare di cosa succede sdoganando le armi e di cosa accade quando qualcuno si sente superiore per razza e per religione. Ma l’editoriale più ficcante, quello che serve, l’ha scritto inconsapevolmente proprio l’assassino, Patrick Crusius, che nel suo manifesto in cui esprime le ragioni della strage (come se potessero esistere ragioni in una strage), spara parole come pallottole. Basta leggerle per capire dove stiamo scendendo anche noi, qui, in Italia.
“Sono un sostenitore della strage di Christchurch e del suo manifesto. Questo attacco è una risposta all’invasione ispanica in Texas. Sono stati loro a istigarmi, sto semplicemente difendendo il mio Paese dall’invasione. Questo è il manifesto in cui spiego le ragioni del mio attacco”, scriveva Patrick Crusius.
Poi: “L’America è in decomposizione dall’interno. La verità scomoda è che sia democratici che repubblicani hanno fallito per anni. Entrambi sono coinvolti in uno dei più grandi tradimenti della storia americana”.
Poi: “I nostri amici europei non hanno delle leggi sulle armi che gli consentano di difendersi da milioni di invasori. Non hanno scelta: possono solo sedersi e guardare i loro Paesi bruciare”.
Poi: “Gli ispanici sono migranti economici, sono disposti a tornare nei loro Paesi. Per far sì che ciò accada hanno bisogno di un incentivo che io, insieme ad altri patrioti americani, dobbiamo dare”.
Poi: “Ho trascorso la vita a prepararmi per un futuro che non esiste. Presto gli ispanici prenderanno il controllo del mio amato Texas. Ricordate: l’inerzia è una scelta. Non posso più sopportare la vergogna”.
Davvero serve altro?
Sono pallottole, le parole.
Buon lunedì.