Negli Stati Uniti si torna a parlare di impeachment. Questa volta non per il presidente Trump ma per un giudice della Corte suprema da lui nominato, Brett Kavanaugh. Un articolo del New York Times ha portato alla luce un ulteriore caso di presunte molestie sessuali contro una donna a carico del togato, dopo quello denunciato da Christine Blasey Ford lo scorso ottobre che aveva fatto discutere in merito alla sua nomina. Stavolta è Deborah Ramirez che sarebbe stata molestata da Kavanaugh ai tempi di Yale. Durante l’inverno del suo primo anno all’università, Ramirez si sarebbe imbattuta a una festa in Kavanaugh, il quale, molto ubriaco, avrebbe tentato di coinvolgerla in attività sessuali che lei non desiderava.
Si moltiplicano dunque i casi di comportamenti sessualmente inappropriati che vedono il giudice come protagonista. L’articolo del New York Times anticipa un libro in cui sono raccolte ulteriori testimonianze contro Kavanaugh. Mentre si era dubitato della veridicità della vicenda di Christine Blasey Ford, adducendo come scusa i tanti anni passati nel silenzio, il caso di Deborah Ramirez non era passato inosservato già negli anni Ottanta, quando accadde il fatto. Secondo Robin Pogrebin e Kate Kelly, le autrici del libro The education of Brett Kavanaugh: an investigation, l’episodio della festa al campus sarebbe stato oggetto di discussione tra gli studenti e almeno sette persone, tra cui la madre di Ramirez, sarebbero state al corrente dell’accaduto. In più Max Stier, un compagno di corso di Kavanaugh, ha raccontato che durante il suo anno da matricola lo aveva visto ubriaco e senza pantaloni a una festa in dormitorio. L’episodio era già stato segnalato all’Fbi in precedenza, che però non ha proseguito le indagini dicendo che la ragazza coinvolta non aveva voluto essere interrogata e che i suoi amici non ricordavano l’episodio.
Le nuove accuse al giudice Kavanaugh assumono un peso politico, oltre che giudiziario, in vista delle prossime elezioni presidenziali del 2020. Nonostante manchi ancora più di un anno, l’atmosfera è già calda soprattutto per i candidati del Partito democratico, che si stanno fronteggiando nelle primarie. La senatrice Kamala Harris, che viene data tra i primi cinque nella classifica di chi si aggiudicherà il ruolo di candidato ufficiale alla Casa Bianca, ha twittato che Kavanaugh, durante il suo processo, ha mentito al Senato e al popolo americano e che per questo deve essere cacciato. Harris era tra i legali che lo scorso ottobre hanno analizzato le carte del procedimento contro di lui. Solo un giudice nella storia della Corte suprema è stato coinvolto in un processo per impeachment, ed è stato assolto. L’anno? Il 1805.
I sat through those hearings. Brett Kavanaugh lied to the U.S. Senate and most importantly to the American people. He was put on the Court through a sham process and his place on the Court is an insult to the pursuit of truth and justice.
He must be impeached.
— Kamala Harris (@KamalaHarris) September 15, 2019
Anche altri candidati Dem stanno seguendo la linea di Harris, compresi Julian Castro, Elizabeth Warren e Beto O’Rourke. Alcuni, come Joe Biden e Bernie Sanders, hanno chiesto solo di approfondire le indagini, ma senza arrivare a parlare di impeachment. Voci di forte protesta vengono anche da alcune delle deputate di The Squad, il gruppo di rappresentanti attaccate a luglio dal presidente Donald Trump per le loro presunte origini straniere. Ayanna Pressley, che lo scorso anno aveva presenziato insieme alla collega Alexandria Ocasio-Cortez a numerose manifestazioni di piazza contro la nomina di Kavanaugh, ha twittato un breve messaggio chiuso dall’hashtag #ImpeachKavanaugh. Anche Ilhan Omar, rappresentante del Minnesota alla Camera, ha dichiarato che aprire un processo per impeachment non solo contro Kavanaugh, ma anche contro Trump è un dovere costituzionale dei deputati.
We saw right through you then, we see right through you now. #ImpeachKavanaugh pic.twitter.com/81I80QR6tW
— Ayanna Pressley (@AyannaPressley) September 16, 2019
Anche Ilhan Omar, rappresentante del Minnesota alla Camera, ha dichiarato che aprire un processo per impeachment non solo contro Kavanaugh, ma anche contro Trump è un dovere costituzionale dei deputati.
Nothing terrifies this corrupt president more than the idea of Congress upholding the rule of law.
We must open impeachment inquiries against Trump *and* Kavanaugh immediately. It’s our constitutional duty. https://t.co/OVjBDWSqZT
— Ilhan Omar (@IlhanMN) September 15, 2019
Il valore politico della Corte suprema è enorme perché è un organo fondamentale negli Stati Uniti, avendo il compito di emettere (o abrogare) sentenze che hanno valore di legge federale. Un caso tra tutti è la storica “Roe contro Wade”, decisione del 1976 che rende l’aborto legale in tutta la nazione. Kavanaugh è un convinto antiabortista, che non avrebbe problemi a votare a favore dell’abrogazione della Roe. Attualmente i Repubblicani detengono la maggioranza non solo al Senato, dove si discuterebbe l’impeachment, ma anche alla Corte (cinque giudici contro quattro). A causa dei diversi problemi di salute che hanno colpito la giudice Ruth Bader Ginsburg, nominata nel 1993 da Bill Clinton, non è così improbabile che chi vincerà le elezioni 2020 si trovi nella condizione di nominare un nuovo giudice. Se verrà riconfermato Donald Trump alla Casa Bianca, i Repubblicani cementerebbero così la loro maggioranza alla Corte sottraendo un seggio ai Dem.